Descrizione
L'edificio originale, che si compone di due diverse officine, le "fudine de' Serini e de' Nani", presenta un impianto tardogotico che fa pensare ad una sua fondazione al XIV - XV sec.. La struttura è stata più volte rimaneggiata nel tempo, per adattarla alle esigenze della lavorazione tradizionale - detta "ferrarezza" - che è proseguita fino a pochi decenni fa con la produzione di grattuggie, mestoli, palette da fuoco e picconi. Oltre agli spazi principali con i forni, i magli, i maglioli, la tromba idraulica ("tina de l'ora"), la mola e le incudini, si trovano anche altri piccoli vani che ospitavano la cesoia ed i magazzini per il ferro ed il combustibile. Quasi tutti i macchinari della fucina erano azionati dalle ruote idrauliche poste nel canale dove scorreva l'acqua proveniente dal vicino torrente Lanico.
La fonte di energia che muove gli strumenti della fucina è l'acqua del canale adiacente.
La ruota idraulica esterna aziona l'erbor (braccio) che, a sua volta, trasmette il moto al maglio.
Ferro: un metallo fra cielo e terra
Il percorso museale "Ferro: un metallo fra cielo e terra", interno alla fucina e realizzato dalla Cooperativa archeologica "Le Orme dell'Uomo", intende avvicinare il visitatore al lavoro e ai simboli sorti intorno alla ferrarezza.
La mostra, dal carattere permanente, è composta da pannelli con testi, fotografie e didascalie, atti a illustrare gli elementi della fucina e alcuni oggetti esposti al Museo, rinvenuti nel corso del restauro.
Il visitatore scoprirà così il funzionamento dei vari macchinari e il duro lavoro del "màihter" e del "brahchì" che operavano in fucina sin dalle cinque del mattino, ma potrà anche risalire alle origini della metallurgia attraverso un percorso affascinante che narra di scoperte archeologiche, di miti e rituali, di tradizioni orali, di arte rupestre e simboli.
Tutto questo vuole portare conoscere meglio la figura del fabbro, l'artefice principale delle fucine.
La Tina de l'ora (tino dell'aria) è una tromba idraulica, ossia uno strumento come un mantice, preposto alla insufflazione dell'aria nel forno, per mantenere vivo il fuoco e aumentarne la temperatura
Il Mài (maglio - dal latino malleus) è la macchina utilizzata per forgiare metalli, tramite battitura, sfruttando la loro malleabilità a caldo
La mola è lo strumento utilizzato per levigare, abradere o affilare gli strumenti del fabbro, le parti metalliche del maglio e gli attrezzi appena realizzati
Per informazioni:
Comune di Malegno - Tel. 0364/344485
Per visite guidate:
Coop. Arch. "Le Orme dell'Uomo"
Tel. 0364/433983 - Fax 0364/434351
Museo "Le Fudine"
Via S. Antonio
25053 Malegno (Bs)
Museo del Lambich
Civico Museo Etnografico dell'Alambicco
Il Museo del Lambich nasce ufficialmente nel gennaio 2006, dopo che nel 2003 l'amministrazione comunale aveva acquistato e avviato il recupero edilizio dell'edificio sito in Via Pontera e dell'area circostante,anche grazie all'accesso ad un contributo dell'Unione Europea.
Il Museo del Lambich concorrerà, col Museo "Le Fudine" a formare il sistema museale malegnese.
Gli scopi che hanno spinto l’amministrazione comunale verso tale direzione sono quelli di conservare e valorizzare un edificio che si inserisce nel ciclo della lavorazione della terra e della vite, della distillazione delle vinacce e della cultura del vino, contribuire al rilancio della viticoltura locale, dare continuità alla rassegna annuale “De Gustibus – la festa degli assaggi”, contribuire alla realizzazione del progetto intercomunale per una “Strada del vino” che colleghi Malegno a Capo di Ponte attraversando i vigneti di Losine, Cerveno e Ono San Pietro, lungo l’antica via Valeriana.
Questo progetto ambizioso porta con sé alcune aspettative importanti tese alla riqualificazione culturale e monumentale del centro storico, volte alla formazione di una maggior consapevolezza dei residenti delle proprie tradizioni, e, non meno importante, a voler offrire un riferimento qualificato alle scuole e all’attrazione di un turismo culturale in grado di contribuire alla rivitalizzazione del centro urbano.
Un accurato studio storico sulla tradizione dell’attività vitivinicola è alla base dei 10 pannelli che guidano il visitatore alla scoperta di questo affascinante aspetto della nostra cultura.
L’antico alambicco in rame (perfettamente funzionante) che è il pezzo centrale del museo è un pregevole esempio di come l’artigianato del settore della avesse raggiunto anche a livello locale una conoscenza tecnica molto approfondita. Acquistato nel 2005 dall’Amministrazione Comunale l’alambicco ha subito un sapiente intervento di restauro e pulizia.
L’alambicco è composto da una “pentola” da 100 litri ed è interamente costruito in rame con lavorazioni fatte a mano molto pregevoli. La serpentina di raffreddamento affonda in un barile di legno di rovere.
Nel museo sono esposti altri attrezzi per la lavorazione del vino e della grappa, raccolti nel corso del 2006 presso le famiglie malegnesi e pazientemente catalogati.
Nel museo si può ammirare una fedele riproduzione della statua raffigurante Bacco fanciullo, il cui originale venne rinvenuto negli anni 60 a Malegno in via Cavour durante i lavori per l’edificazione di una casa privata, e che oggi è custodita presso il museo archeologico nazionale di Cividate Camuno.
La riproduzione è stata possibile grazie alla gentile concessione del Ministero per i beni culturali e grazie alla collaborazione Soprintendenza per i beni archeologici.
Si tratta di un pregevole piastrino marmoreo raffigurante in dio Bacco (o Dioniso) fanciullo decorato con tralci di vite sulle facce laterali, risalente al II secolo d.C.
Museo "Lambich"
Via Pontera
25053 Malegno (Bs)
Tel. 0364340500