Arte rupestre

Le statue stele di Malegno

Tra i fenomeni più interessati dell'arte rupestre della Valcamonica, le statue stele sono state e restano quelle a maggior rischio di conservazione.

Rinvenute per lo più in contesti secondari questi massi, potendo essere spostati dal luogo originario di posizionamento, sono spesso stati rimossi e portati molto lontano.

Alcuni di questi monumenti sono stati distrutti o irrimediabilmente rovinati dagli scavi durante la costruzione di vecchi e nuovi edifici.

Altri sono invece stati recuperati e la loro conservazione è discreta.

In quasi tutti i casi, comunque, questi massi o stele, comunque li si voglia chiamare, non si trovano più nei contesti originari. Alcuni si possono osservare al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, dove sono stati condotti dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia, preoccupata della loro conservazione: è il caso dei massi di Malegno.

Leggendo le seguenti schede ci si potrà fare un'idea delle figurazioni presenti sui massi ed essere informato della storia delle scoperte.

La stele, di arenaria permiana, ha la faccia principale incisa di forma ovoidale e la superficie perfettamente liscia. Venne scoperta e segnalata nel luglio del 1963 da R. Baffelli ed altri.

Le figure sono concentrate su un'unica faccia, fatta eccezione per un animale posto tra la faccia principale ed il lato destro, e sono allineate lungo l'asse verticale del masso. In alto, al centro, sono raffigurati un sole ed un rettangolo, diviso in due settori. In un breve tratto il rettangolo sembra essere coperto dal sole: si tratterebbe dunque di un'incisione più antica probabilmente raffigurante una mappa topografica. Ai lati della composizione sono presenti due asce, con le lame rivolte verso l'esterno.

Sotto al sole vi sono otto pugnali remedelliaffi, disposti in tre file (quattro, uno e tre). In alto, a destra, è rappresentato uno stambecco. La composizione è chiusa, in basso, da tre linee parallele orizzontali, probabili raffigurazioni di un cinturone.

La stele di arenaria permiana fu scoperta e segnalata nel luglio 1972 da Don Antonio Medici. Le incisioni si concentrano su un'unica faccia, ad eccezione di alcuni animali che sono incisi sulla rotondità di congiunzione tra la faccia principale e il fianco destro. In alto appare il sole raggiato, sotto il quale sono tracciati un collariforme capovolto e un pendaglio a doppia spirale, simboli della figura femminile. A destra di questa composizione vi sono due asce e due pugnali remedelliani e, proseguendo nella stessa direzione, una serie di animali, tra cui forse quattro cerbiatte e due canidi.

Nella parte bassa della stele è raffigurata una scena di aratura. Sulla sinistra, in alto, quasi isolato rispetto alle altre figure, un altro canide. Il sole, associato ad armi ed animali, rimanda alla figura maschile: è evidente dunque che la stele di Bagnolo 2 è di tipologia mista, forse incisa in due momenti diversi della stessa fase.


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Ultimo aggiornamento
29 agosto 2022