Il Mosaico - Anno 2013

Data:

01 dicembre 2013

Notiziario a cura dell'Amministrazione Comunale di Malegno per l'anno 2013

Malegno, comune «virtuoso»

Il comune di Malegno è entrato a far parte dal marzo 2012 della grande “famiglia” dell’associazione nazionale dei comuni virtuosi. Per noi si è trattato di un traguardo importantissimo che ha coronato l’impegno di anni sul tema delle politiche della qualità della vita dei cittadini. Non si tratta di aver semplicemente aderito ad una associazione che si autoproclama virtuosa, ma di aver lavorato per creare le condizioni che ci permettessero di aderire a questo sodalizio, che spesso respinge le domande di adesione dei comuni ed è arrivata al punto qualche anno fa di espellere uno dei comuni che fu fondatore dell’associazione visto che non stava più lavorando in sintonia con i principi fondamentali che stanno alla base del sodalizio. I principi a cui i comuni virtuosi ispirano la propria attività sono riassumibili in cinque linee guida: Gestione del territorio orientata alla riduzione del consumo di suolo; Ridurre l’impronta ecologica della macchina comunale; Ridurre l’inquinamento atmosferico; Promuovere una corretta gestione dei rifiuti; Promuovere nuovi stili di vita responsabili e sostenibili. Il comune di Malegno, avendo negli anni lavorato bene su questi argomenti è stato non solo ammesso all’associazione, ma durante uno delle sessioni della “scuola di altra amministrazione” che l’associazione organizza periodicamente, siamo stati chiamati ad illustrare agli oltre 70 Comuni soci e agli altri comuni che sono comunque intervenuti il “modello Malegno” in tema di gestione ambientale. Il percorso che Malegno ha intrapreso, dall’introduzione degli acquisti verdi nella propria attività, alla certificazione Iso 14001, alla registrazione Emas, all’adesione al patto dei sindaci (sottoscritto nella sede dal parlamento europeo nel novembre 2011 davanti all’allora presidente del parlamento), in una parola il nostro “sistema di gestione ambientale”, è proprio il caso di dire che ha fatto scuola. Il nostro “modello” (per il quale nel 2007 abbiamo anche ricevuto la bandiera verde di Legambiente) ha continuato poi a fare scuola alla fiera “Solar expo – the innovation cloud” che si è tenuta a Milano-Rho. Infatti con grande soddisfazione siamo potuti andare ad illustrare ad altre decine di amministrazioni comunali il nostro modello durante un convegno tenutosi l’8 maggio 2013 nell’ambito della fiera e organizzato dal ministero dell’ambiente. 

Quel che ci rende più orgogliosi e che deve rendere ogni malegnese più orgoglioso è che l’attenzione per la qualità della vita non è stata curata solo in termini puramente tecnici, ma si è sempre coniugata con un impegno sociale teso non solo a fornire servizi ma produrre dei cambiamenti culturali di orizzonte e di mentalità. 

Un impegno che non solo tutti ormai in valle ci riconoscono, ma che ha portato Regione Lombardia ad insignirci (la cerimonia è avvenuta presso la sede della Regione il 13/12/2012) di una speciale menzione per premio per la pace 2012 perché il comune di Malegno “ è un esempio di come si possa sensibilizzare alla tematica della pace tutti i cittadini e realizzare progetti di solidarietà, di accoglienza ed integrazione”. potesse continuare su questa strada “virtuosa”. 

Il Sindaco

Agricoltura sociale a Malegno

Da qualche anno il comune di Malegno sta portando avanti un lavoro di recupero delle tradizioni agricole della nostra Valle, con un occhio attento ai bisogni sociali. Partendo da questo presupposto, e grazie al supporto di alcune realtà locali, sono nati tre progetti: 

  1. Oliveto, vigneto e carciofeto in località Besseto-Pissoda, a cura della Cooperativa Agricola sociale onlus di Breno 
  2. La serra didattica in via Campello, gestita dalla Pia Fondazione di Valle Camonica 
  3. Il campo di patate curato dai volontari malegnesi, nell’ambito del progetto di integrazione dei rifugiati politici curato dalla Cooperativa K-Pax di Breno. 

Sta partendo adesso un’altra idea: recuperare le coltivazioni di noccioli e noci, per farle diventare una piccola integrazione al proprio reddito. 

La Cooperativa Agricola sociale di Breno si è resa disponibile a seguire i nuovi impianti, le cure colturali, e a comprare il prodotto dai singoli coltivatori per poi poterlo vendere. Sei interessato a recuperare un po' di terreno adesso inutilizzato per coltivarci noci o nocciole? Prendi contatto con gli uffici comunali. 

Paolo Erba

Domande e risposte sull’asilo

L’acquisto della struttura in Via Vertua, di proprietà delle Suore Canossiane, ha suscitato molto interesse e molte sono le domande che i cittadini si sono fatti relativamente a questa operazione. Proviamo a riportare le più frequenti. 

  • Perchè le Madri Canossiane lasciano Malegno? 
Perchè il numero di religiose è fortemente diminuito e non sono più in grado di gestire tutte le strutture aperte in Italia. Malegno è l’ultima sede delle Canossiane che viene chiusa in Valle Camonica  

  • Non si poteva mantenere l’asilo Canossiano anche senza la presenza delle Madri? 
È stata la prima proposta fatta alle Canossiane: mantenere un nucleo di Suore, anche in “pensione” a Malegno, e continuare l’attività della scuola materna con le insegnanti laiche. La risposta è stata negativa, perché l’intenzione della madri è quella di chiudere definitivamente la gestione della struttura.

  • Ci sarà nei prossimi anni la Scuola Materna a Malegno? 
 Si, Malegno ha i numeri per avere due sezioni di scuola materna sicuramente per i prossimi anni. Non si è ancora in grado di definire il tipo di gestione (Statale o paritaria) ma l’asilo ci sarà. 


  • Ho sentito dire che nel testamento di Marianna Vertua si diceva che l’asilo doveva tornare alla comunità di Malegno dopo la dipartita delle Suore. Perchè dobbiamo comprarlo? 
Il testamento di Marianna Vertua è chiaro: tutte le sue proprietà sono state donate alle suore Canossiane senza vincoli di alcun genere. Il terreno e le costruzioni poste sopra il terreno sono di proprietà delle Madri Canossiane. 

  • Cosa si acquista? 
Si acquista l’attuale asilo (3 piani), l’attuale convento delle Madri (3 piani), l’attuale micronido e i circa 1000 metri quadri di pertinenza attorno ai fabbricati. 

  • Quanto costa l’acquisto? È vero che le Madri hanno ridotto i costi? 
La prima valutazione della struttura era di 1.360.000 euro. Dopo alcuni incontri le Madri hanno ritenuto di far dono alla comunità del convento e di valutare l’acquisto della restante parte in 500.000 euro, che è la cifra pattuita per l’acquisto di tutta la proprietà.

  • Perchè il Comune non fa un mutuo per comprare la struttura? 
Il Comune di Malegno, a causa delle leggi legate alla riduzione delle spese della P.a. ha il divieto da parte dello Stato centrale di contrarre un mutuo. 

  • Perchè il comune non aumenta l’Irpef o non mette una tassa di scopo per avere i soldi per comprare l’asilo? 
È una valutazione che è stata presa in considerazione, si è ritenuto meglio non aumentare le tasse a livello locale soprattutto in un momento in cui le tasse a livello statale sono pesanti e incerte e l’economia di molte famiglie è difficile. 

  • Perchè non si è costruito un asilo nuovo o non si è recuperato uno spazio nell’attuale edificio delle scuole elementari e medie? 
Il Comune non possiede terreni adatti alla costruzione di un asilo nuovo e l’eventuale acquisto di terreno più i costi di costruzione sarebbero stati molto più elevati di 500.000 euro. E’ tecnicamente possibile fare l’asilo presso le scuole, e ciò comporterebbe un risparmio sui costi di gestione, ma si è ritenuto che la struttura di via Vertua, per spazi chiusi e spazi all’esterno sia una soluzione decisamente migliore per le attività educative. 

  • Perchè Comune e Parrocchia unite per comprare l’asilo? 
Visto che si tratta di un servizio molto importante per una comunità si è pensato di costituire un comitato, composto da maggioranza e minoranza consiliare e la Parrocchia che idealmente metta assieme tutta la comunità per acquistarlo. 

  • Perchè una raccolta fondi? Non si poteva trovare un altro modo? 
La gestione di una scuola materna (paritaria o statale) implica dei costi molto elevati a carico della collettività (il comune ha messo a bilancio 2013 65.000 euro per supportare la gestione dell’asilo). Più soldi si raccolgono con la raccolta fondi e meno debiti ci saranno nella gestione della struttura  Durante gli incontri hanno “promesso” che, se fosse stato necessario, si sarebbero fermate fino a giugno 2015. 

  • Fino a quando restano le Suore? 
Durante gli incontri hanno “promesso” che, se fosse stato necessario, si sarebbero fermate fino a giugno 2015. 

  • Che tipo di gestione avrà la scuola materna dopo che le Suore saranno andate via? 
Non è ancora deciso. La gestione statale ha meno costi di gestione a carico del Comune e delle famiglie, ma non consente alla comunità di decidere chi insegna; la gestione paritaria è più dispendiosa ma consente ad una comunità di deciderne le linee educative e consente di mantenere l’attuale personale. Sarà una decisione dei prossimi mesi. Per non precluderci alcuna possibilità, si procederà con la domanda all’Ufficio scolastico Regionale di una sezione statale e contemporaneamente con l’analisi della fattibilità economica della gestione paritaria. 

  • Se faccio una donazione sono sicuro che ci sarà una gestione paritaria come quella attuale del prossimo asilo? 
Quella della gestione è una scelta molto delicata, che sarà oggetto dei ragionamento dei prossimi mesi; quindi, per ora, non è possibile dire con certezza che tipo di gestione ci sarà. Tralasciando le giuste personali convinzioni di ognuno, a favore della gestione paritaria come quella attuale c’è la tradizione educativa dell’asilo, il fatto che le suore abbiano donato alla comunità due terzi dell’intero immobile con il desiderio che possa continuare una tradizione educativa, la conoscenza e l’apprezzamento delle insegnanti e dell’insegnamento attuale. A favore della gestione statale c’è invece il risparmio economico, sia per il comune che per le famiglie, ed il sapere che esiste già un istituto comprensivo in cui sarebbe inserita la scuola che ben funziona e con cui già si collabora bene. La decisione sulla gestione è ancora molto aperta e dipende, in definitiva, da un ragionamento economico. Sarà possibile una gestione paritaria “di comunità” se le entrate della raccolta fondi per l’acquisto non lasceranno grossi debiti sui prossimi bilanci comunali (ed è per questo che raccogliere più fondi possibili è importante) e se ci sarà un piano economico di gestione paritaria che vada a coprire eventuali disavanzi di gestione. 

  • Io vorrei che la scuola diventasse statale. È vero che basta fare domanda? 
La scuola statale viene concessa dall’Ufficio scolastico Provinciale (e Regionale). Abbiamo avuto alcuni incontri con questo ufficio, e non c’è certezza di assegnazione rapida delle due sezioni di scuola statale di cui avremmo bisogno. La cosa più probabile che vengano assegnate una sezione statale alla volta nel corso degli anni.

  • Dove posso vedere come procede la raccolta fondi? 
Sul sito http://proscuolamaternamalegno.jimdo. com/ si vede l’avanzamento della raccolta fondi e anche l’elenco dei donatori, oltre che le iniziative in programma

Paolo Erba (Vice-Sindaco)

Dalla tarsu alla tares oltre al danno anche la beffa

Ecco la lettera inviata al Prefetto di Brescia ed al ministero delle finanze dai sindaci di: Malegno, Niardo, Ossimo, Prestine, Losine, Cerveno, Braone, Ono S. Pietro e Capo di Ponte. 

Con la presente vorremmo portare a riflettere sul singolare caso della vicenda dell’introduzione della Tares, come nuovo tributo per la copertura integrale dei costi per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, oltre che per la copertura dei costi dei cosi detti servizi indivisibili. Con la legge n°214 del 2011 è stato introdotto il nuovo tributo che sostituiva la vecchia tassa sui rifiuti TARSU. L’introduzione della nuova tassa è stata complicata dal punto di vista normativo (sono stati necessari diversi successivi chiarimenti ministeriali prima di chiarire tutti i dubbi interpretativi) ma alla fine i chiarimenti sono arrivati e la maggior parte dei comuni, dopo un grosso lavoro sia da parte delle società di gestione (nel nostro caso Vallecamonica servizi che ha dovuto elaborare per ciascun comune un piano industriale) sia da parte egli uffici tributi comunali, sono arrivati ad approvare il regolamento per l’applicazione della tassa insieme con l’approvazione dei bilanci di previsione (giustamente il bilancio doveva prevedere gli esatti costi del servizio di raccolta dei rifiuti e le opportune coperture). Dopo tanto lavoro da parte degli uffici, delle commissioni (laddove previste) e dei consigli comunali, è arrivato l’altrettanto difficile compito di spiegare ai cittadini e alle aziende il perché con il nuovo tributo alcune famiglie e alcune categorie produttive sarebbero state pesantemente penalizzate. I nostri comuni hanno svolto anche questo compito con responsabilità mostrando la faccia di fronte alle giuste lamentele delle persone, anche se la scelta di introdurre il nuovo tributo e le sue modalità di applicazione non dipendevano dai comuni, ma dallo Stato. Qualche giorno fa, in perfetto stile italiano, con un emendamento alla legge di conversione del decreto n°102 del 31/08/2013 approvato il 31 ottobre 2013, dopo il danno, per questi comuni e i loro cittadini, è arrivata anche la beffa: Chi, invece di aver lavorato per la stesura dei regolamenti ed aver messo la faccia con i cittadini, aveva temporeggiato, contravvenendo alle disposizioni della legge, invece di essere giustamente punito per l’inadempienza, è stato premiato. Chi non ha introdotto ancora la TARES può continuare a riscuotere la TARSU con le vecchie modalità: nessun lavoro in più per gli uffici, per le commissioni, per il consiglio comunale, ma soprattutto nessuna brutta figura con i cittadini. Ma che paese è mai questo, dove chi fa diligentemente il proprio lavoro rimane “cornuto e mazziato” e chi prende tempo e viola i termini previsti dalle leggi viene premiato? Ci chiediamo, chi da ora in poi si sobbarcherà il lavoro extra necessario per l’applicazione a livello locale delle leggi nazionali, mettendo la faccia con i cittadini? Noi no di certo. Non vogliamo che i nostri comuni e i nostri cittadini subiscano ulteriori umiliazioni come questa.

L’unione dei comuni “antichi borghi di vallecamonica” e il problema dei rifiuti

Premesso che non è facile, al di là delle volontà chiara degli amministratori, gestire in forma associata servizi importanti come polizia locale, servizi sociali, igiene ambientale, servizi informativi, sportello unico attività produttive ecc. e farlo per ben 7 comuni nei quali vivono 17.000 abitanti sparsi su un’area di 176 kmq. 

La nostra unione di comuni (che dal giugno scorso ha un nuovo stemma creato appositamente dagli studenti del liceo artistico di Lovere) sta affrontando con successo le tante sfide e difficoltà che questi tempi così duri mettono sulla strada della pubblica amministrazione. 

Dopo aver accorpato gli 11 agenti di polizia locale in un unico comando, aver dato alla polizia locale e all’intera unione una nuova e funzionale sede (presso il palazzo degli uffici di Breno) ed aver realizzato il passaggio di tutti i comuni ad un nuovo unico sistema informatico gestionale, che consentirà in futuro maggiore interscambio di dati e di personale, la coesione di questi sette comuni ha fatto sì che in ambito valligiano la nostra unione potesse essere il banco di prova sul quale studiare e poi sperimentare quello che sarà un nuovo sistema per la raccolta e tariffazione dei rifiuti. Due sono le problematiche che in unione ci si è trovati a condividere: 

  1. la necessità di ridurre i costi del servizio di igiene ambientale 
  2. la necessità di far pagare ciascuno in base a quanti rifiuti effettivamente produce. 

Cercando di capire e analizzare le esperienze di altri comuni si è individuato come modello da provare a replicare quello del comune di Ponte nelle Alpi (BL) che da diversi anni è il comune che fa più raccolta differenziata in Italia (oltre il 90%) e che grazie a questo ha ridotto sensibilmente i costi ai suoi cittadini applicando anche la tariffazione puntuale del servizio. In sostanza il servizio di raccolta integralmente effettuato porta a porta prevede il conteggio del numero di sacchi (o bidoni) di rifiuto indifferenziato che ogni utenza espone annualmente e il calcolo della bolletta che ognuno deve pagare dipende esclusivamente da questo. Non è fantascienza, è un modo concreto di operare che si è ormai molto diffuso in Italia e che nel comune veneto che abbiamo visitato raggiunge un livello di eccellenza. La proposta fatta allo storico gestore del servizio Vallecamonica Servizi, per adattare e sperimentare il sistema “Ponte nelle Alpi” sui nostri sette comuni è stata compresa e sposata e ad oggi abbiamo raccolto tutti i dati necessari alla redazione di un progetto integrato per il nostro territorio. Naturalmente non si sono ancora raggiunti i due risultati che si vogliono ottenere, ma anche il semplice fatto di aver avviato uno studio che nel 2014 potrà essere sperimentato è un risultato che solo l’unione di più comuni poteva ottenere. 

Il Sindaco

Qualche posto auto in più in via ponte

Sono stati diversi i tentativi di affrontare il difficile problema dei parcheggi nella zona di via Ponte. Negli anni si sono prese in considerazione le possibilità di acquistare e abbattere degli edifici, ma in un primo caso la soprintendenza ed in un secondo caso la difficoltà di intervenire su un immobile con molti proprietari hanno fatto sì che le idee restassero nel cassetto. L’idea di realizzare dei parcheggi in fondo a via Crosure è invece stata momentaneamente accantonata perché “scomoda” a causa della ripida salita che separerebbe il parcheggio dalla maggior parte delle abitazioni. 

Si è così studiata una soluzione più ardita e cioè quella di realizzare i parcheggi a fianco della salita che porta al Redolo. Negli scorsi mesi è stato effettuato l’acquisto delle aree necessarie e ora, dopo aver ottenuto il parere favorevole della soprintendenza ed aver effettuato le opportune indagini geologiche l’opera è in fase di appalto. Presumibilmente a partire dalla primavera 2014 quindi gli abitanti di quella zona del centro storico potranno usufruire di otto nuovi parcheggi e di una nuova area a verde pubblico. 

A cura della Giunta comunale

Il premio “mites” sbarca a lampedusa. - Il premio “Mites Terram Possident” per la solidarietà e la pace arrivato alla sua nona edizione ha preso la via del mare ed è sbarcato a Lampedusa

Le tragedie legate ai naufragi avvenuti nello scorso mese di ottobre e che hanno provocato 150 morti, non hanno lasciato insensibile la popolazione camuna e malegnese, tanto che ben tre sono state le candidature presentate alla commissione del premio mites, che indicavano l’isola come un luogo dove, non solo durante gli eventi più tragici che hanno eco nei telegiornali, ma anche nella quotidianità, la solidarietà umana la si pratica con amore e concretezza. 

Ci è stato in particolare segnalato il progetto “Praesidium” dell’associazione “Save the Children” (Salvate i bambini!) che si occupa di assistere i minori (in particolare quelli che arrivano non accompagnati da genitori o altri parenti adulti). 

All’interno del progetto “Praesidium” col la collaborazione della Caritas “Save the Children” sta realizzando uno spazio educativo e di gioco fuori dai centri di permanenza nei quali i migranti vivono, in modo che per qualche ora i bambini possano tornare ad essere bambini, giocare ed essere seguiti e aiutati da educatori e psicologi anche a superare i drammi vissuti sia nei paesi d’origine sia nelle drammatiche traversate del Mediterraneo. 

Nella serata del 30 novembre come da tradizione si è svolta la semplice cerimonia di consegna del premio, che per ovvie ragioni non è potuta avvenire nelle mani dei responsabili del progetto, ma è stata realizzata in modo virtuale, grazie al collegamento audio e video con la sede di Save the Children a Lampedusa. I numeri raccontatici dal referente del progetto Praesidium Aman Mahamed (in un anno nell’isola sono sbarcati oltre 1000 minori non accompagnati e altri 700 accompagnati) ci hanno dato le dimensioni di un problema che va gestito bene e tempestivamente. 

La serata, condotta con grande professionalità e partecipazione da Faderica Bonetti è stata resa ancora più intensa dalla straordinaria e amichevole partecipazione del gruppo folk-rock “I luf” che dal loro straordinario repertorio hanno estratto sette bellissimi brani sul tema della pace, delle guerre, e del contributo che ognuno di noi può dare alla costruzione di un mondo migliore. 

Il premio in denaro ammontante quest’anno a 3.000 euro (2.000 provenienti dalla Comunità Montana e 1.000 dal consorzio servizi Vallecamonica) non potrà certo risolvere un dramma di portata mondiale, ma serve di certo ad avvicinare la nostra comunità, che proprio sui servizi all’infanzia con l’acquisto dell’asilo di proprietà oggi delle madri canossiane si sta impegnando e mettendo in gioco, con un problema che potrebbe sembrare lontano ma che ci riguarda molto più da vicino di quanto sembrerebbe. I nostri bambini, uomini e donne di domani, potranno vivere in un mondo migliore di quello di oggi solo se ad altri bambini come loro non continuerà ad essere negato il diritto all’infanzia.

Settimana della pace

La commissione pace diritti e intercultura del Comune di Malegno e la Parrocchia di Malegno organizzano la “Settimana della pace” 

Programma 

Lunedì 27 gennaio 2014 

Giornata della memoria Musica e lettura ebraica presso il Museo le Fudine, con Mauro Baffelli e Raffaello Negri 

Martedì 28 gennaio 2014 

Prove aperte del coro per domenica 2 febbraio 

Mercoledì 29 gennaio 2014 

Maratona di lettura, in collaborazione con la Biblioteca di Malegno 

Giovedì 30 gennaio 2014 

film sulla pace 

Venerdì 31 gennaio 2014

Fiaccolata della pace da Cividate a Malegno, con sosta al kako di Nagasaki 

Sabato 1 febbraio 2014 

In Palestra, spettacolo di danze etniche dei bambini delle scuole elementari e medie di Malegno 

Domenica 2 febbraio 2014 

ore 10.45 Messa dei popoli, 

 ore 12.15 Pranzo interculturale in oratorio, nel pomeriggio spettacolo teatrale con Abderrahim El Hadiri

Un evento dopo l'altro

Il 2013 sta ormai per terminare e se ne va portando con sé un anno ricco di feste e manifestazioni che anche per quest’anno han visto una risposta più che positiva dei malegnesi e non. 

Ad aprire le danze, il primo weekend di luglio, è stato l’ormai tradizionale De Gustibus, la “festa degli assaggi”, la degustazione dei prodotti tipici e l’esposizione dell’artigianato locale han fatto da cornice a una calda serata d’estate per le vie e gli angoli più suggestivi del centro storico del paese. Seguito a ruota, il giorno dopo, da Pranzo in Centro anch’esso molto partecipato e apprezzato dalla gente. 

A distanza di due settimane è stato il turno di Cascinando, la camminata eno-gastronomica nei boschi di Malegno, alla riscoperta delle vecchie mulattiere e delle cascine dislocate lungo il percorso, messe a disposizione dai proprietari per ospitare le varie postazioni dove i partecipanti hanno potuto riposarsi e rifocillarsi prima di riprendere il cammino. 

La Notte Bianca, arrivata alla sua 8a edizione è andata in scena sabato 7 settembre. Ormai diventata una manifestazione che fa parte dell’intero panorama valligiano è l’evento più partecipato che attira al Lanico di Malegno sempre più visitatori, grazie anche al fatto che ogni anno è in grado di proporre nuove attrazioni e momenti di svago. 

L’impegno dei circa 30 negozianti presenti lungo il percorso, gli eventi musicali e di intrattenimento, l’artigianato itinerante e le iniziative di volontariato rendono la Notte Bianca di Malegno unica nel suo genere. Ultima, ma non per importanza, a chiusura delle manifestazioni dell’anno, come sempre arriva la festa patronale di Sant’Andrea, che ricca di appuntamenti durante la settimana, è culminata nella serata di sabato 30 novembre con la consegna del Premio Mites Terram Possident e la fiaccolata che dal Bait della Società arriva in paese. La domenica sera grazie alla compagnia teatrale di Astrio si è potuto partecipare ad una originale commedia dialettale e alla consegna delle borse di studio agli studenti meritevoli. L’eccellente risultato di tutte le manifestazioni organizzate anche quest’anno è da ricondursi anche alla grande partecipazione dei malegnesi, che tramite le associazioni presenti sul territorio o individualmente hanno aiutato gli organizzatori per la riuscita di ogni singolo evento; a tutti loro va il nostro più sincero ringraziamento per il prezioso aiuto dato. 

Il Direttivo E20

Nuovo centro di raccolta rifiuti… finalmente

Pare che sia arrivato il momento di concretizzare il progetto per la realizzazione della nuova piattaforma ecologica in via Gheza (presso la centrale enel). Per il progetto già da diversi anni immaginato dovremmo aver finalmente trovato (manca la conferma ufficiale dalla regione Lombardia ma dovrebbe arrivare a breve) le risorse necessarie. 

Della necessità di dotarci di un centro di raccolta in grado di raccogliere più tipologie di rifiuti rispetto a quello di via Isola si è più volte discusso, ma il consistente impegno economico necessario (270.000,00 euro) aveva portato a rimandarne la realizzazione del progetto. Ora che sono stati ottenuti 80.000,00 euro di finanziamento a fondo perduto dalla Provincia di Brescia; ed è in arrivo la conferma del contributo FRISL della Regione 94.500,00 euro a fondo perduto e di 94.500,00 euro a restituzione ventennale a interessi zero (i mille euro mancanti li metterà il comune), l’Unione dei Comuni potrà procedere ad appaltare e realizzare i lavori dell’opera progettata dai tecnici di Vallecamonica Servizi. 

Gianmario Bazzana (assessore)

“Ti amo troppo…No al Silenzio! Basta violenza sulle donne”

Il Sistema Bibliotecario di Valle Camonica, in collaborazione con i Comuni di Malegno e di Pisogne, ha portato in Vallecamonica la mostra di vignette satiriche dell’artista Furio Sandrini (alias Corvo Rosso) intitolata “Ti amo troppo…No al Silenzio! Basta violenza sulle donne”, che è stata allestita nella Biblioteca di Malegno dal 23 novembre al 1 dicembre. La mostra, incentrata sul tema del femminicidio e della violenza alle donne, dedica 99 vignette autografe a una delle più gravi e pesanti questioni sociali, emersa agli occhi dell’opinione pubblica solo negli ultimi anni. L’autore delle vignette, racconta con ironia e intelligenza le fragilità e gli abusi del mondo femminile, facendo ricorso al genere satirico e all’illustrazione. Un modo originale, insolito e accattivante per rendere ancora più efficace la volontà di denunciare la violenza alle donne. Per questo motivo, il Sistema Bibliotecario di Valle Camonica e i Comuni coinvolti nel progetto hanno deciso di ospitare la rassegna, dimostrando a loro volta vicinanza a un tema delicato e l’intenzione di sostenere un’operazione di sensibilizzazione anche nel territorio valligiano. Il comune di Malegno ha inoltre organizzato, nell’ambito della festa patronale, un incontro pubblico sempre sul tema della violenza sulle donne con il prezioso contributo della “Casa delle donne” di Brescia. Il femminicidio e la violenza sulle donne in generale sono un dramma sociale e culturale che riguarda anche le piccole comunità distanti dai grandi centri urbani come le nostre. Per questo si è deciso di affrontare con decisione questo tema e soprattutto di non considerarlo “esaurito” una volta smantellata la mostra e passata la serata di approfondimento. Per chi si fosse perso la mostra e volesse maggiori informazioni è disponibile il sito internet www.corvorosso.it. Per contattare la “casa delle donne” di Brescia i numeri di telefono sono 030 2400636 – 2807198 (sito internet www.casadelledonne-bs.it)

Alcolisti Anonimi

Innanzitutto un caloroso saluto a tutti ed un grande augurio di serenità. Lasciate che ci presentiamo: siamo il Gruppo Alcolisti Anonimi di Malegno. Dal 2005 siamo presenti in questo Comune per portare il messaggio dell’Associazione Alcolisti Anonimi all’alcolista che soffre o a chi ritiene di avere anche solo un problema nella gestione dell’alcol. In Alcolisti Anonimi noi impariamo anche l’umiltà e la modestia, ma non va certamente contro questi nobili principi l’affermare che, in questi anni, molte persone, di ogni età, sesso e ceto sociale sono riuscite a lasciarsi alle spalle anni di inferno alcolico e a reintegrarsi con profitto e serenità nell’ambito familiare e nella società grazie al passaggio in queste stanze. Alcuni di noi erano arrivati alle conseguenze estreme dell’alcolismo, tentando anche il suicidio; altri avevano perso il lavoro e distrutto la famiglia; altri ancora sono riusciti a varcare la porta del Gruppo prima di giungere ai livelli disastrosi ai quali sarebbero certamente arrivati (senza alcun dubbio, l’esperienza purtroppo lo conferma) se non avessero trovato il coraggio di chiedere aiuto. Da soli, infatti, è praticamente impossibile vincere una battaglia tanto dura, contro una sostanza, l’alcol, che ci svuota di tutta la volontà e l’energia necessarie per vivere e che, giorno dopo giorno, ci sprofonda sempre di più in un baratro di cui ci sembra di non intravedere più il fondo. Nessuno sceglie di diventare un alcolista. Nessuno avrebbe certamente immaginato, bevendo quel primo bicchiere di vino o di birra, anni prima, che giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, l’alcol, subdolamente e silenziosamente, avrebbe preso le redini della sua vita e avrebbe mostrato la sua vera faccia solo quando sarebbe stato comunque difficile lasciarlo. Non a tutti succede, per fortuna. Tutti noi abbiamo condiviso con amici ed amiche momenti in cui l’alcol la faceva, magari, “da padrone”, serate di baldoria o momenti che potremmo anche scherzosamente definire “ad alta gradazione alcolica”, ma, per fortuna, per la maggior parte di queste persone ha agito un “freno naturale” che le ha fermate in tempo. Per qualcun altro questo “freno” non ha funzionato. Il perchè non è noto ancora a nessuno, ma noi, in Alcolisti Anonimi, non andiamo a cercare questa risposta. 

Al nuovo venuto noi chiediamo solamente: sei stanco della vita che fai? Allora, se lo vuoi, puoi provare a fare come abbiamo fatto noi. Con noi ha funzionato! Solo questo abbiamo da dire, unito a un po’ della nostra storia. 

  • Che cosa è alcolisti anonimi lo scopo primario di a.a. 
Alcolisti anonimi è composta esclusivamente da alcolisti che, raggiunta la sobrietà, aiutano a loro volta chi è ancora nel problema a smettere di bere e a recuperarsi dall’alcolismo. Lo scopo prima di A.A. è pertanto il recupero dell’alcolista e la trasmissione del messaggio ad altri alcolisti. A.A. è un’Associazione di auto-aiuto: l’alcolista che ha smesso di bere mantiene e consolida la sobrietà utilizzando la sua capacità di aiutare un altro alcolista che ancora beve a uscire dalla dipendenza dell’alcol. L’unico requisito per entrare a far parte di A.A. è desiderare di smettere di bere: ognuno può divenire membro dell’Associazione nel momento stesso in cui dichiara di volerlo. La partecipazione è totalmente libera, non viene fatta alcuna distinzione relativa alla razza, al sesso, al ceto sociale, alla fede religiosa o agli ideali politici. A.A. è finanziariamente autonoma, non accetta sovvenzioni, lasciti e contributi. A.A. è aperta alla collaborazione con chiunque operi nel campo dell’alcolismo, ma non è affiliata ad alcuna confessione, idea politica, organizzazione o istituzione. Infine Alcolisti Anonimi non si impegna in alcuna controversia, né sostiene o si oppone ad alcuna causa. In particolare A.A. non assume posizione proibizioniste o antiproibizioniste nei confronti dell’alcol. 

  • Un po’ della nostra storia a.a. 
Nasce negli Stati Uniti nel 1935 dall’incontro di un agente di borsa di Wall Street, Bill, e di un medico chirurgo di Akron in Ohio, il dottor Bob, entrambi alcolisti, i quali si resero conto che condividendo le loro esperienze e aiutandosi a vicenda riuscivano a mantenersi lontani dall’alcol. In altri termini, Bil e il dottor Bob si resero conto del fatto che un alcolista che ha smesso di bere ha una grandissima capacità di comunicare a un altro alcolista che ancora beve la via per uscire dal problema e, nel contempo, consolida la propria sobrietà. Nel frattempo fu messo a punto un metodo di recupero basato su Dodici Passi (o tappe), i cui principi ispiratori furono tratti essenzialmente dalla medicima, dalla psicologia e dalla religione. Il grande intuito dei nostri Cofondatori è stato quello di applicare il meccanismo dell’Auto-Aiuto. 

  • Il gruppo a.a. 
Nel Gruppo non si viene giudicati o controllati, non ci sono obblighi di frequenza, non sono presenti amici, familiari, psicologi, terapeuti o professionisti di sorta, non si pagano tasse, non ci sono registri con il cognome, né si è tenuti a fornire dati sulla vita privata. Nelle riunioni, in assoluta libertà, gli alcolisti condividono il proprio vissuto e soprattutto, tramite il commento dei Dodici Passi, mettono in pratica il nostro programma di recupero, ottenendo un passaggio da un’astinenza precaria a una stabile sobrietà.

Questo può realizzarsi solo con la rottura di vecchi schemi comportamentali, talvolta molto consolidati in noi, ed a un radicale cambiamento interiore. I principi fondamentali dei Dodici Passi, se messi in pratica come stile di vita, hanno l’effetto di eliminare l’ossessione per il bere, consentendoci di diventare persone serene ed attive.

  • Il concetto di malattia ed il metodo delle 24 ore
Molti di noi considerano l’alcolismo come una malattia del corpo e dello spirito e d’altro canto sono propensi a credere che la dipendenza dall’alcol sia il sintomo di un disagio esistenziale a cui occorre porre mano per poter tornare a vivere una vita normale. Per uscire da questa “Malattia” gli amici del Gruppo gli consigliano di porsi un obbiettivo a brevissimo termine: per esempio di tenersi lontano dall’alcol per sole 24 ore, poi per altre 24 ore e così via. È fondamentale evitare il “primo bicchiere”, cioè quello che innesca il meccanismo della compulsione e la conseguente perdita del controllo.

  • L’anonimato
L’anonimato personale è la tutela dell’identità dei singoli A.A.; è uno dei pilastri della nostra Associazione e costituisce una concreta garanzia di rispetto della privacy nelle tre forme principali: 

  • Anonimato personale: 
non si tengono registri con i cognomi dei partecipanti. 

  • Anonimato dei contenuti: 
ciò che si dice nel Gruppo deve rimanere all’interno del Gruppo. 

  • Anonimato spirituale o di eguaglianza: 
all’interno di un Gruppo si è tutti uguali, a prescindere dall’età, dalla cultura, dalla posizione sociale, da qualunque cosa uno abbia commesso in passato: tutti hanno pari dignità e vengono considerati allo stesso modo. 

Ricordiamo inoltre che nella stanza attigua ad A.A. si riuniscono gli Al-Anon, familiari ed amici di alcolisti, anch’essi certamente bisognosi di conforto ed aiuto.

Per informazioni: Gruppo A.A. “Malegno” via Cava 36 (sopra l’ufficio postale). Tel. 334.3948773

Centro anziani: notizie e ricordi

Su invito gentile e puntuale dell’Amministrazione comunale, che ringrazio cordialmente, volentieri stendo queste note per il “Mosaico” che, ogni anno, dà l’opportunità alle Associazioni di comunicare: programmi, iniziative e servizi. È una continuità che ci rallegra, ci gratifica, ci riempie di orgoglio. Il mio saluto rivolto a tutti i Soci A.v.a.m. vuole essere un grazie riconoscente per la fiducia accordata alla mia persona, eleggendomi nella carica di Presidente. 

La vostra stima è la mia forza ad intraprendere questo ulteriore impegno che porterò avanti con entusiasmo, con tanta voglia di fare, nonostante la stanchezza che a volte mi opprime. 

Spero che la vostra vicinanza abbia una continuità, e qui mi rivolgo ai Consiglieri rieletti, sempre disponibili a collaborare ed a darmi un appoggio morale e materiale o un consiglio nei momenti decisionali e particolarmente difficili. Nuove persone sono entrate nel Direttivo, altri ci affiancano in qualità di soci sensibili ed attenti, pronti “a dare una mano” nei momenti di maggiore necessità. 

È confortante vedere che se “uno se ne va” altri sono pronti ad entrare e a “far la loro parte”. 

Insieme si può fare tanto. Molto…Insieme si può costruire un gruppo di amici che lavora, insieme si può programmare nuove iniziative, risolvere grossi problemi, ma, soprattutto, insieme si può creare quell’accordo, quell’armonia che protegge come una corazza il nostro impegno nel Centro Anziani. 

Nel corso dei dieci anni in cui ho offerti il mio contributo agli anziani di Malegno, non ho mai mancato di menzionare i Soci che purtroppo ci hanno lasciato. Senza la loro opera e senza il loro sacrificio inutili sarebbero i nostri sforzi e senza significato il nostro essere Associazione. Essi sono sempre presenti fra noi con lo stimolo ed il conforto del loro esempio. 

Oggi, ricordando queste persone, ci sentiamo con le mani vuote, il cuore sgomento, l’anima incredula ed i pensieri più confusi. Altro compito al quale tengo molto è quello di trasmettere, attraverso queste righe a volontarie/i, il più sincero pensiero di riconoscente espressione amichevole, sappiate cari amici che la migliore riconoscenza l’avete dalle persone che ricevono da voi disponibilità, vicinanza, simpatia e conforto, perché dalle vostre semplici, ma importanti attenzioni, hanno ricevuto salute, coraggio e speranza di vita… 

Nel 2014 il Centro Anziani ricorderà i suoi primi vent’anni di vita associativa. Infatti il primo verbale di riunione per l’assegnazione delle cariche, trovato in sede, porta la data del 24 settembre 1994, giorno in cui la M.tra Angela Lombardi fu eletta presidente A.v.a.m. 

Successivamente, e cioè il 1° dicembre 1995, fu presentato lo Statuto che sanciva norme e regole ufficiali per Consiglieri e Dirigenti dell’Associazione.

Ma le fondamenta del sodalizio portano la data del 1985 quando, l’allora assessore all’assistenza, prof. Nicola Stivala e, successivamente, Carlo Baffelli, anch’egli assessore alle problematiche assistenziali, agirono per istituire a Malegno un gruppo di anziani che si trovano, si parlano, giocano e… si fanno compagnia. 

In quel periodo la M.tra Angela Lombardi, ormai collocata in pensione dall’istituto scolastico in cui operava, si era assunta il compito di essere sempre presente nel luogo del ritrovo per gestire, non senza difficoltà, il già numeroso gruppo di anziani che frequentavano la provvisoria Sede. Occorre precisare che il Gruppo aveva trovato il suo primo domicilio presso la ex casa canonica di via Castello ove la Parrocchia aveva gratuitamente messo a disposizione due locali dignitosamente sistemati dall’Amministrazione Comunale. 

Poi, quando i tempi furono maturi si cambiò sede, il Comune offrì ambienti più fruibili, luminosi e confortevoli ai simpatici nonnini malegnesi. 

Gradatamente e sempre con rispetto, la M.tra Angela, ben coadiuvata da Carlo Baffelli il quale ha lasciato evidenti tracce della sua disponibilità in tutte le iniziative che hanno cadenzato il percorso associativo del gruppo, coordinarono i primi servizi da offrire alla comunità: come l’infermeria ben gestita dai bravi Furloni e Serini e la consegna delle strenne natalizie agli ultra ottantenni. 

Purtroppo la M.tra Angela ci ha lasciato, ripensando ancora alla gioia del suo cuore per l’operato volontario che ella donava alle fasce più deboli, mi viene spontaneo un pensiero di gratitudine perché sapeva costruire rapporti di relazione collaborativa. Il suo impegno, quasi devoto, nei gesti, nei modi e nelle parole sempre misurate, erano come un antibiotico. 

Se ne è andata troppo in fretta…in punta di piedi, in silenzio, senza disturbare…come era suo solito fare e come ha caratterizzato la sua presenza: attenta, convinta, accogliente, mai invadente, senza enfasi e senza protagonismi. 

Il nostro impegno, sarà quello di perpetuare la sua presenza: nelle scelte della quotidianità, nel seguire quei valori e quelle virtù che l’hanno contraddistinta. 

Grazie M.tra Angela, nei ricordi indelebili che hanno influenzato la nostra vita plasmandola nelle regole e nei ritmi dei giorni nostri, udiremo sempre il suono della tua voce…quel cordiale, silenzioso sorriso… 

Il Presidente - Luigi Baffelli

Contro il dilagare del gioco d’azzardo

Il comune di Malegno ha deciso di aderire al Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo. 

Il gioco d’azzardo rappresenta oggi una delle emergenze sociali più allarmanti, in quanto trattasi di un fenomeno in forte espansione, difficile da controllare (si gioca al bar, nelle tabaccherie, ma anche da casa col computer); che coinvolge tutte le fasce d’età e tutte le classi sociali, con persone che si indebitano (diventando facile preda della criminalità) e che si ammalano. Preoccupa molto il fatto che a gestire parte del gioco d’azzardo ci sia lo Stato, che da una parte guadagna qualcosa (8 miliardi di euro l’anno circa su 90 complessivi di fatturato ai quali andrebbero aggiunti i proventi del gioco illegale ), ma che dall’altra deve spendere per curare le persone che si ammalano di troppo gioco e i costi sociali derivanti dal fatto che molte famiglie si rovinano (costi ancora imprecisati tra i 5 e i 7 miliardi l’anno). I comuni aderenti al Manifesto contro il gioco d’azzardo, con lo strumento di una raccolta firme per una legge d’iniziativa popolare si pongono non solo l’obiettivo di avere una buona legge che regoli il gioco, e che preveda che i costi sanitari e sociali prodotti dal gioco siano pagati con i proventi delle giocate, ma anche di sensibilizzare la popolazione su un problema vasto e subdolo. 

Vieni a firmare in comune

Proposta di legge di iniziativa popolare “tutela della salute degli individui tramite il riordino delle norme vigenti in materia di giochi con vincite in denaro-giochi d’azzardo” 

21 articoli per riordinare in un codice unico le norme sul gioco d’azzardo necessarie e utili per prevenire davvero le conseguenze individualmente e socialmente nocive del gioco d’azzardo. 

Tutela della salute degli individui 

Le persone più fragili vanno protette, ai minorenni viene impedito davvero di giocare, la pubblicità deve essere fortemente regolata (art. 4,5,6). I giocatori patologici devono essere curati davvero, su tutto il territorio nazionale. I loro familiari devono avere assistenza psicologica (art. 7). Si istituisce un fondo (mediante l’1% del fatturato complessivo del gioco d’azzardo) per la cura, la prevenzione e la riabilitazione, e si incrementa il fondo antiusura per il pagamento dei debiti da GAP (art. 8). Si avviano attività di ricerca e monitoraggio delle forme di GAP in Italia (art. 9) con l’1% delle somme non riscosse e delle multe. Viene finanziato l’Osservatorio sulle dipendenze da gioco d’azzardo. Si riorganizza l’Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d’azzardo e si ridefiniscono le competenze dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (art. 12, 13) 

Poteri ai Comuni 

I sindaci, sentiti i questori, sono le autorità che autorizzano l’apertura di sale da gioco e l’installazione di apparecchi per il gioco (art. 11). Le autorizzazioni rispettano le norme di pianificazione territoriale, tutelano la sicurezza urbana, rispettano distanze minime obbligatorie da luoghi sensibili (scuole, impianti sportivi, luoghi di culto, centri giovanili, strutture residenziali, ecc..). Ai Comuni vanno trasferiti sulla L 328/2000 finanziamenti specifici per attività formative e culturali (art. 9) mediante lo 0,50% delle somme giocate. 

Contrasto reale alle infiltrazioni mafiose e ad altre illegalità 

Si organizza un contrasto reale al gioco illegale, alle infiltrazioni mafiose, ai flussi di danaro illegali, ai fondi di investimento, trust e società anonime e con caratteristiche di opacità (art. 14, 15, 17). Si applica il codice delle leggi antimafia. I soggetti condannati, anche senza sentenza definitiva, o solo imputati, così come i loro familiari, non possono ottenere concessioni. Le società fiduciarie, i trust e i fondi di investimento sono obbligati a dichiarare l’identità del soggetto mandante o del titolare effettivo. I flussi finanziari devono essere tracciabili mediante l’uso di conti correnti bancari e postali, i clienti che compiono operazioni sensibili vanno identificati e i dati trascritti mediante sistemi informatici. Tutte le operazioni diventano tracciabili con l’istituzione dei registri delle scommesse e dei concorsi pronostici. 

I luoghi del gioco, le caratteristiche dei giochi 

(Art. 18, 19, 20) Entro due anni dall’approvazione della legge si potrà giocare d’azzardo solo nelle sale gioco, autorizzate con legge apposita. I giocatori possono chiedere di essere esclusi dal gioco, nelle aree per il fumo non devono esserci apparecchi per il gioco, le giocate devono avere una durata minima di 4 secondi, sono vietati apparecchi per la lettura automatica delle giocate, il costo di ogni partita non deve essere superiore a un euro, e ogni vincita non deve superare i cento euro.

Il recupero dei finanziamenti necessari per le cure, la prevenzione, la ricerca 

Percentuali del fatturato, dei premi non riscossi e delle multe vanno destinate alla cura, prevenzione, formazione e ricerca (art. 8, 9). Si persegue l’armonizzazione fiscale tra il gioco d’azzardo e le altre imprese (Art. 10) e si contrasta realmente l’evasione fiscale e tributaria (art. 16). Le sanzioni diventano più aspre (art. 21).

Bilancio Alpino

Come in ogni famiglia, anche la nostra a fine anno vuole valutare ciò che è stato realizzato in questo anno 2013. Non certo grandi cose, ma le attività solite di volontariato, a favore della comunità e nell’impegno associativo sia di Gruppo Sezionale e Nazionale, sull’esempio e nel ricordo di chi ci ha preceduto e è andato avanti. A tale scopo il Consiglio Direttivo si riunisce in data giovedì 09 gennaio 2014 alle ore 20,30 presso la sede e tutti gli iscritti sono pregati di partecipare. Il Gruppo Alpini di Malegno coglie l’occasione di queste festività per augurare a tutti i Cittadini di Malegno Buon Natale e felice e sereno Anno 2014.

Ulteriori informazioni

Ultimo aggiornamento
14 dicembre 2023