Il Mosaico - Anno 2012 - 1

Data:

01 gennaio 2012

Notiziario a cura dell'Amministrazione Comunale di Malegno per l'anno 2012 n° 1

Unione degli antichi borghi di valle camonica - nuove e vecchie sfide

Nel corso del 2011 l’unione degli “Antichi Borghi di Vallecamonica” ha cominciato a progettare la gestione di alcuni servizi per conto dei comuni soci. Il progetto di gestione associata dei servizi di Polizia locale, Anagrafe estesa, sportello unico attività produttive, servizi informativi e servizi sociali, è stato approvato nel mese di settembre ed ha ottenuto circa 110 mila euro di finanziamento dallo Stato e 50 mila euro dalla Regione. La nostra unione che era stata originariamente costituita con i comuni di Breno, Bienno, Niardo e Prestine, si è arricchita anche dei comuni di Borno e Ossimo, e costituisce oggi la principale unione della Vallecamonica con i suoi oltre 17.000 abitanti coinvolti. Si tratta quindi di una sfida ancora più importante e difficile alla quale da una parte non possiamo sottrarci (il legislatore spinge sempre di più per la gestione associata di servizi tra piccoli comuni), e dall’altra non vogliamo sottrarci, convinti come siamo che il mettersi insieme, soprattutto in momenti difficili come questo, possa essere molto utile. 

Si tratta nel 2012 di passare ad una fase più operativa e di cominciare davvero a offrire questi servizi in forma associata, cominciando dalla polizia locale. Dal 1° Gennaio 2012 è attivo il servizio di polizia locale dell’unione “Antichi Borghi di Vallecamonica”. La volontà delle amministrazione comunali coinvolte nell’unione è quella di rafforzare il servizio, e quindi la creazione di un unico corpo di vigili (attualmente sono sei, ma presto con l’ingresso di Borno e Ossimo saranno undici) che possa svolgere quel compito di presidio e gestione del territorio che come nel nostro caso un solo addetto non poteva pienamente svolgere. 

L’unione avrà quindi presso la sede di Breno un ufficio sempre aperto con personale di polizia locale e amministrativo, e pattuglie sul territorio sia al mattino che al pomeriggio. 

Siamo assolutamente convinti che al di là delle difficoltà iniziali nella gestione di una “rivoluzione” del servizio come quella che stiamo vivendo, a regime il servizio stesso risulterà notevolmente migliorato per i cittadini, sia per quantità (organizzazione del lavoro su due turni giornalieri, possibilità di servizio festivo, possibilità di gestire le assenze del personale per ferie o malattia), sia per qualità in quanto il personale che non dovrà occuparsi di “tutto” potrà progressivamente specializzarsi in uno dei vari aspetti dell’attività di polizia locale. 

Un altro aspetto che si vuole tenere in considerazione è quello della razionalizzazione del parco auto: non serviranno sicuramente le otto auto ora in dotazione alla polizia locale nei comuni dell’unione e quindi non solo il numero complessivo di mezzi sarà ridotto, ma si cercherà di accedere ai contributi regionali per la sostituzione delle vecchie auto inquinanti con nuove a basse o nulle emissioni di CO2. 

Per contattare la polizia locale si possono chiamare i numeri 0364 322666 oppure 338 3811823 oppure ci si può rivolgere agli uffici comunali che provvederanno a chiamare. L’ufficio della polizia locale dell’ unione è a Breno in piazza Ghislandi (vicino al municipio). 

 Il Sindaco

Calendario manifestazioni 2012


Febbraio

17 M’illumino di Meno - Comune di Malegno

19 Carnevale con Sfilata - Parrocchia di Malegno

Marzo

23/24 Festa di Primavera - Amici di Cesco

28 Crucifixus - Comune di Malegno

Aprile

1 Processione Domenica Palme - Parrocchia Malegno

Maggio

6 Campionato Ital. Speed Down - Team Missili

7 Torneo Calcio “Mem. Cesco” - Amici di Cesco

12/13 Adunata Alpini a Bolzano - Gruppo Alpini Malegno

19 Meditarcantando Rassegna - St. Andrews Churc Band

20 Celebrazione S. Cresime - Parrocchia di Malegno

20 Festa Baita Società - Gem

26 Rassegna Corale - Coro Arca

30 Manifestazione Judo - Scuola Judo Malegno

31 Festa Interculturale Abbracciamondo e Saggio Finale Scuole Commissione Pace - Scuole Malegno

Giugno

1 Concerto Blech Forest - E20 Malegno

3 Celebrazione Prime Comunioni e Cresime - Parrocchia di Malegno

3 Finale Torneo “Mem. Cesco” - Amici di Cesco

8/9/10 Festa Popolare - Circolo Cult. “A. Caprani”

10 Processione Corpus Domini - Parrocchia Malegno

15/16/17 Festa Abbracciamondo - Commissione Pace

18 Inizio Grest - Parrocchia di Malegno

30 De Gustibus - E20 Malegno

Luglio

1 De Gutibus Pranzo in Centro - E20 Malegno

7/15 Campo Legambiente - Legambiente Malegno

22 Cascinando - E20 Malegno

28/29 Pellegrinaggio Adamello - Gruppo Alpini Malegno

29 Festa in Pedena - Gruppo Amici degli Amici

Agosto 

31 Festa Dell’oratorio - Parrocchia di Malegno

Settembre

1/2 Festa Dell’oratorio - Parrocchia di Malegno

2 Gara Pod. Malegno/Malegno - Amici Cesco/Csi

8 Notte Bianca Al Lanico - E20 Malegno

Ottobre

13/14 Festa 80° Alpini - Gruppo Cividate-Malegno

Novembre

26/30 Festa S.Andrea - Comune e Parrocchia

Centro diurno integrato “certamente non volare, ma... viaggiare”

Non è trascorso un anno dalla sua inaugurazione e già il servizio Centro Diurno Integrato (CDI) di Malegno è quasi al completo! In verità questo successo ha lasciato piacevolmente sorpresi anche noi, operatori della Pia Fondazione di Vallecamonica onlus, che avevamo raccolto la proposta del Comune di Malegno con qualche perplessità, un po’ forse per timore della poca esperienza nel settore – il target anziani riguardava soltanto la riabilitazione – un po’ perché condizionati dalle tante voci che dipingevano la nostra come una “impresa titanica”: la crisi economica…, un servizio così slegato dalle Case di Riposo..., tanti, troppi costi da sostenere..., ecc.! Ci siamo invece lasciati contagiare dall’entusiasmo dell’Amministrazione Comunale che ha fortemente voluto creare un servizio particolare e, direi, molto vicino allo stile di vita ed ai valori dei nostri anziani. 

Il CDI è un luogo piacevole e pieno di cure dove trascorrere la giornata ma, alla sera, subito dopo cena si torna alla propria casa, dai propri cari. Ci ha contagiato pure la serenità con la quale il nostro gruppo di ospiti affronta ogni giornata, scandita dalle diverse attività: la colazione tutti insieme, il rosario – fortemente voluto dalle signore cividatesi – i laboratori di animazione alla lettura, dove spuntano sovente ricordi e leggende, quello musicale fatto di canti e tradizioni. 

Le diverse attività di fisioterapia di gruppo ed individuale vengono vissute come momenti di cura e coccole nei quali, oltre a “lavorare” ci si lascia un po’ andare e ci si può lamentare degli acciacchi del tempo. 

Come non ricordare poi il laboratorio di creta che entusiasma tutto il gruppo e che ha permesso già di collezionare tanti manufatti che verranno messi in mostra durante i festeggiamenti del primo anniversario – il 21 marzo, laboratorio che, come tutti quelli citati, gode di un “valore aggiunto” la presenza cioè di alcuni ragazzi disabili della Pia. Non dimentichiamo poi la collaborazione con l’Avam che si è con il tempo consolidata: l’associazione ci dà infatti una grossa mano nella gestione dei trasporti mettendo a disposizione volontari e mezzo di trasporto. 

Prezioso ed unico si è rivelato poi il rapporto con Gino, le signore volontarie del Centro Diurno, che si prodigano e sono sempre presenti ad ogni evenienza. Chiudo quindi evidenziando con soddisfazione che, al di là della ancora permanente criticità finanziaria, laddove si riesce ad unire competenze e impegno ad una rete di rapporti significativi, tenuta insieme da sentimenti di solidarietà e compartecipazione, i risultati sono quasi sempre garantiti. 

Rossella Zanotti (dirett. soc. Pia Fondazione)

Centro diurno: ma dove siete finiti?

Estate... tempo di riposo. Quando queste note vedranno la luce su “Il Mosaico” forse farà già molto freddo e, di solito, nel periodo invernale si sta bene al caldo nel tepore delle nostre case, nei bar di Malegno e, qualcuno, pochi per la verità, si fan vedere al Centro Anziani. 

Questa sera sono giù di morale più del solito, perché oggi è stata una desolazione: solo sette persone ho contato quando sono arrivato al Centro … Contrariamente ad un po’ di tempo fa quando tutti i tavoli erano occupati da anziani e non, tranquilli e sorridenti che parlavano fra di loro. Una volta si diceva: “Poca brigata, vita beata”. Ma non è sempre così… 

Fra i compiti che aspettano ai responsabili delle associazioni vi è senza dubbio la necessità di incrementare la presenza degli aderenti alla stessa. Il presente, dunque, è un vero e proprio appello che riveste carattere di urgenza, che vuole essere pressante e, speriamo, largamente raccolto. 

Il titolo: “Ma dove siete finiti” spero non sia un’offesa per nessuno, ma solo un modo come un altro per richiamare l’attenzione, per ricordare ai malegnesi che esiste un Centro Anziani ben attrezzato, accogliente e solare, ove ci si può incontrare ogni giorno con la naturalezza e la semplicità che contraddistingue ogni anziano. Dopo tanti sforzi e sacrifici, dopo difficoltà e problemi di ogni genere, qualche anno fa il Comune di Malegno è riuscito a costruire la mega struttura che ospita il Cento Anziani, forse uno dei migliori centri della Valle Camonica. Una nuova sede dunque per i nostri anziani, un luogo più idoneo, adeguato ai tempi e alle nostre necessità, logisticamente ben localizzato e con spazi ben sistemati fuori e dentro, quindi adatto allo svolgimento delle attività associative per persone di una certa età. Attualmente i soci tesserati sono 298, suddivisi in 132 uomini e 166 donne, davvero tanti coloro che rinnovano la tessera ogni anno, ma pochi, pochissimi quelli che frequentano con una certa assiduità i locali. 

Ma, gli altri, dove sono finiti... 

Fra i 298 soci aderenti, coloro i quali hanno più di ottant’anni sono un numero esiguo, mentre nella nostra comunità vivono 114 persone che hanno dagli 80 ai 97 anni. Qualcuno si trova in precarie condizioni perché non autosufficiente, ma tanti altri stanno bene e potrebbero usufruire dei servizi che il Centro offre. Nessuno, credo, pretende di trovare la luna, però qualche ora con altri coetanei raccontando e rievocando altri tempi vissuti, lo possono fare...

Ora serve l’impegno e la determinazione di tutti per mantenerlo operoso e fruibile per ciascun cittadino sfruttando al meglio le sue caratteristiche. Il Centro Anziani può essere la sede, o meglio la “Casa”, il punto di riferimento, il luogo di contatto per tutti. Certo, dobbiamo lavorare per renderlo vivo e attivo, funzionale e funzionante, allargando la partecipazione e la collaborazione a chi si trova in buona salute e di buona volontà. 

Noi responsabili facciamo e faremo la nostra parte, ma ogni malegnese si senta coinvolto e parte integrante di questo progetto. 

Attualmente il Centro mantiene con regolarità i requisiti Onuls, tutti i servizi ed i tanti impegni ereditati ed attuali, ma al sottoscritto sembra una sopravvivenza portata avanti ad ogni costo con ostinata caparbietà dei volontari e non mi stancherò mai di portare loro rispetto, stima, simpatia e piena fiducia. 

Ai volontari ribadisco la mia gratitudine…a chi non si vede mai, chiedo con gentilezza... ma dove siete finiti... 

Luigi Baffelli

È arrivata l’imu - si scive municipale, ma si legge statale

Sono molti i provvedimenti che il nuovo governo presieduto dal prof. Mario Monti sta prendendo e che fanno discutere l’opinione pubblica. Sul fronte comunale la principale novità si chiama IMU ovvero imposta municipale unica (detta anche imposta municipale propria). La tassa era già stata “inventata” dal ministro Tremonti, ma il nuovo governo ne ha anticipato l’entrata in vigore dal 2014 al 2012 introducendo anche alcune novità. 

Cos'è l'Imu 

È un’imposta sugli immobili (tutti) e sulle aree edificabili, che mette insieme la vecchia ici, le addizionali comunali pagate sul patrimonio immobiliare e assorbe anche l’irpef degli immobili non soggetti a locazione. Tutti gli edifici e le aree edificabili sono assoggettati all’IMU, compresi gli edifici non accatastati e quelli rurali ad uso strumentale dell’attività agricola. 

Come si calcola 

L’imposta si calcola sulla rendita catastale degli immobili moltiplicata per un coefficiente simile a quello che si usava per l’ICI ma rivalutato a seconda dei casi (la media di aumento è comunque del 60%). 

Quanto si paga

La rendita catastale viene tassata con un’aliquota dello 0.4% per la prima casa e del 0.76% per tutti gli altri immobili. 

Detrazioni

La detrazione sulla prima casa è per tutti di 200 euro, ma può salire di altri 400 euro con la detrazione di 50 euro per figlio, purché l’età dei figli non sia superiore a 26 anni e siano residenti nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

L’autonomia dei comuni l’autonomia dei comuni 

I Comuni potranno alzare o abbassare l’Imu fino a un massimo del 0.2% sulla prima casa (che potrà quindi oscillare tra lo 0.2 e lo 0.6%) e dello 0.3% per gli altri immobili, oscillando così tra lo 0.46 e l’1.06%. 

Secondo il nostro regolamento per l’ICI le abitazioni date in uso gratuito ai figli o ai genitori erano “assimilabili” alle prime case usufruendo delle agevolazioni riservate a queste. Ora ciò non sarà più possibile e tali abitazioni saranno soggette al regime ordinario dei fabbricati non adibiti a prima casa. 

Tuttavia siccome l’IMU si chiama imposta municipale ma va per metà nelle casse dello Stato, se un comune riduce l’aliquota “rinuncia” alla parte di IMU che dovrebbe restare al comune, e non diminuisce invece la quota che va allo Stato. 

E quindi tutti i comuni sono stati alle prese con proiezioni e simulazioni rese particolarmente difficili dall’incertezza su alcuni aspetti dell’applicazione della legge che un po’ alla volta si stanno chiarendo. Nella consapevolezza che in questo momento di difficoltà per molte famiglie del paese l’applicazione di questa tassa sarà comunque una “stangata”, Il Consiglio Comunale si troverà a dover compiere una scelta difficile. Dai dati fino ad ora noti sembrerebbe che la scelta non possa che essere quella di applicare per questo primo anno le aliquote previste dalla legge: 0.4% per la prima casa e 0.76% per gli altri fabbricati, in quanto dalle proiezioni effettuate questo porterà nelle casse del comune la stessa cifra (circa 200.000 euro all’anno) che si introitava prima con L’ici.

Piano d’azione per le energie sostenibili

Un piano d’azione per le energie sostenibili a Malegno. Anche Malegno vuole dare il suo contributo affinché a livello mondiale si raggiunga l’obiettivo di ridurre del 20% le emissioni di gas serra entro il 2020. 

Per noi non si tratta più solo di un impegno vago, ma con deliberazione del Consiglio Comunale n° 28 dell’8 novembre 2011quello della riduzione delle emissioni è diventato un obiettivo preciso da svilupparsi attraverso 24 azioni. 

Dal miglioramento dell’efficienza delle autovetture alla riqualificazione dell’illuminazione pubblica; dalla riqualificazione energetica degli edifici, agli acquisti verdi; dalla produzione di energia pulita alla comunicazione coi cittadini; ecc. 

Arrivare alla stesura del piano ha rappresentato già il raggiungimento di un importante traguardo, infatti dopo l’adesione avvenuta nel 2010 al “patto dei sindaci per il clima” avevamo due anni di tempo per arrivare all’approvazione del piano per le energie sostenibili. 

Il giorno 29 novembre 2011 il comune di Malegno è stato quindi invitato nella sede di Bruxells del Parlamento Europeo, alla presenza del presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek, dei Commissari europei Oettinger (Energia), Hahn (Politiche regionali), Potocnik (Ambiente) e di numerosi sindaci di grandi città, (tra cui Varsavia, Tiblisi, Sarajevo, Malmoe, Genova, Manchester, Bucarest, Roma e Genova) a firmare solennemente il patto. Si è trattato di una esperienza straordinaria che ci ha consentito di conoscere alcune delle esperienze dei 3000 comuni di tutta Europa che hanno aderito al patto.

Parco fotovoltaico “creone” - resoconto di fine anno

Era la metà del mese di marzo 2011 quando il nostro parco fotovoltaico denominato “CREONE”, dopo un paio di settimane dovute a collaudi, messe a punto e a sistemazioni sull’impianto iniziava a immettere i primi kilowatt di energia “pulita” nelle reti di distribuzione di energia. Dopo nove mesi circa dall’entrata in esercizio del parco possiamo rendicontare i primi dati di produzione che ci rendono ancora più convinti che la scelta fatta sia stata positiva:

  • Potenza totale impianto: 880 kwp
  • Energia prodotta: 920000 kwh
  • Co2 risparmiata non immessa in atmosfera: 480000 kg
  • Produzione max giornaliera: 6000 kwh
  • Incentivo maturato: 0.43 €/kwh incentivo gse “conto energia” + 0.09 €/kwh vendita energia elettrica tot. 0.52 €/kwh produzione: 496000 €
  • Spese di gestione: manutenzioni, canoni di affitto, vigilanza, assicurazioni: 46400 €/anno
  • Rata leasing ammortamento: 125000 € / anno 2011 (solo una rata)
  • Ricavo netto anno 2011: 324600 €


Naturalmente il fatto che per motivi contrattuali nel 2011 si sia pagata solo una rata semestrale del leasing stipulato ha un po’ “gonfiato” i ricavi netti. 

Ora che l’impianto è entrato a regime possiamo porci per l’anno 2012 gli obiettivi che seguono, sperando sempre nel bel tempo e nella buona resa dell’impianto:

  • Energia prodotta: 1000000 kwh
  • Co2 risparmiata non immessa in atmosfera: 550000 kg
  • Incentivo maturato: 0.43 €/kwh incentivo gse “conto energia” + 0.08 €/kwh vendita energia elettrica tot. 0.51 €/kwh produzione : 510000 €
  • Spese di gestione: manutenzioni, canoni di affitto, vigilanza, assicurazioni: 50000 €/anno
  • Rata leasing ammortamento: 250000 € (due rate all’anno)
  • Ricavo netto previsto anno 2012: 210000 €

 L’Assessore 

 Roberto Bellesi

Il comune di malegno diventa socio di esco brixiaa

Nel corso del consiglio comunale del 28 novembre 2011, con delibera numero 33 il Comune di Malegno è diventato socio della società Esco Brixia.

 Cos’è una Esco 

Le Energy Service Company (anche dette Esco) sono società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica, assumendo su di sè il rischio dell’iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento. I risparmi economici ottenuti vengono condivisi fra la ESCO ed il Cliente finale con diverse tipologie di accordo commerciale. Dalle modalità operative tipiche delle ESCO nel mercato, emergono definizioni quali:

  • “un’impresa che finanzia, sviluppa e installa progetti rivolti al miglioramento dell’efficienza energetica ed al mantenimento dei costi relativi alle attrezzature installate a tal scopo” 
  • “un soggetto specializzato nell’effettuare interventi nel settore dell’Efficienza Energetica, sollevando in genere il cliente dalla necessità di reperire risorse finanziarie per la realizzazione dei progetti e dal rischio tecnologico, in quanto gestisce sia la progettazione/ costruzione, sia la manutenzione per la durata del contratto (compresa usualmente fra i cinque e i dieci anni)” 
  •  “una società che fornisce ai propri clienti (in genere utenti con significativi consumi di energia) un insieme di servizi integrati per la realizzazione, ed eventuale successiva gestione, di interventi per il risparmio energetico, garantendone i risultati ed i risparmi promessi, che viene compensata, in base ai risultati, con i risparmi conseguiti, eventualmente anche finanziando l’intervento”. 
Elementi principali di una Esco

  1. La Esco viene remunerata in base al risparmio conseguito. Il profitto della Esco è legato al risparmio energetico effettivamente conseguito con la realizzazione del progetto. La differenza tra la bolletta energetica pre e post intervento migliorativo spetta alla Esco in toto o pro-quota fino alla fine del periodo di pay-back previsto. l
  2. La Esco finanzia o procura il finanziamento per il progetto. La peculiarità operativa è quindi che gli interventi tecnici necessari ad ottenere i risparmi energetici non sono effettuati dal cliente, ma mediante investimenti sostenuti dalle stesse Esco L’utente di energia rimane così sgravato da ogni forma di investimento, e non dovrà preoccuparsi di finanziare gli interventi migliorativi dell’efficienza dei propri impianti. L
  3. La Esco garantisce al cliente il risparmio energetico. L’obiettivo primario della Esco è quindi ottenere un risparmio attraverso il miglioramento dell’efficienza energetica, per conto della propria clientela utente di energia. 
I vantaggi offerti dalle Esco 

I principali vantaggi per i soggetti che decidono di rivolgersi alle Esco, in primis Pubbliche Amministrazioni e società nel settore terziario privato, sono i seguenti: 

  • si realizzano interventi di miglioramento, senza la necessità di disporre o immobilizzare le risorse finanziarie richieste per l’investimento; 
  • si affida la definizione e realizzazione dell’intervento a competenze tecniche specifiche, di cui probabilmente non si dispone; 
  • si affida la gestione e manutenzione a competenze specializzate (“outsourcing”), con probabile riduzione dei costi globali e miglioramento della qualità; 
  • si può ottenere una riduzione dei consumi e dei costi di gestione con il miglioramento tecnologico senza costi di investimento.

I profughi e noi: una presenza molto discreta

Circa un anno fa, intorno al 16 febbraio, il vento della primavera araba iniziava a scuotere la Libia, protraendosi nei giorni e nelle settimane successive, con i drammatici scontri di cui i mezzi di informazione ci hanno tenuti costantemente aggiornati. 

Le conseguenze di questa dolorosa vicenda si sono rese visibili anche nella nostra comunità impersonificandosi in cinque giovani ragazzi africani la cui presenza, sicuramente, non è passata inosservata. È infatti dal 7 giugno 2011 che Adam, Habib, Hamed, Mohamed e Ibrahima, di età compresa tra i 18 e i 27 anni, sono venuti ad abitare a Malegno su proposta di Casa Giona e della Coop. K-pax per un progetto di microaccoglienza. Quattro sono di origine Ghanese, partiti dal loro paese alla ricerca di un lavoro che potesse permettere a loro e alle loro famiglie, il soddisfacimento dei bisogni primari o per sfuggire a conflitti etnici ed hanno intrapreso il viaggio, non privo di rischi, verso la Libia, passando dal Burkina Faso e dal Niger; percorso effettuato per lo più a piedi e solo occasionalmente e a brevi tratti su quattro ruote. Il quinto ragazzo, senegalese, stesse modalità di viaggio attraversando il Mali e il Niger. 

Con l’adesione dell’Italia al conflitto contro la Libia, sono poi iniziate le deportazioni forzate verso il nostro paese. Dai loro racconti, fatti poco alla volta, in questi mesi, emerge in maniera sconcertante l’incubo e l’odissea che hanno vissuto. Caricati a forza, alcuni con le armi puntate alla testa, su barconi fatiscenti senza nient’altro che ciò che indossavano, separati da amici e/o familiari ed imbarcati senza sapere dove sarebbero approdati. Durante il viaggio non è poi mancata, purtroppo, la perdita di alcuni compagni di viaggio causata dalle avverse condizioni del mare e dopo tre giorni finalmente l’arrivo a Lampedusa dove, dopo poche ore, sono stati fatti ripartire in nave in direzione di Genova e da qui smistati in varie zone del nord Italia. 

A Malegno, dalla fine di giugno, grazie ad alcune insegnanti in pensione, è iniziato per loro un corso di alfabetizzazione con percorsi distinti per analfabeti e per scolarizzati. Col passare delle settimane si sono aggiunti al gruppetto altri rifugiati residenti a Cividate e a Cogno, anche loro sotto la tutela di K-pax e ad oggi sono in 13 a frequentare il corso giornaliero. L’impegno che continuano a dimostrare nel voler apprendere l’italiano, ha dato indubbiamente buoni risultati, basta infatti chiacchierare con loro e ci si rende conto che non è più necessario gesticolare o consultare il vocabolario di inglese per dialogare. C’è anche chi è andato oltre ed ha imparato un po’ di dialetto. 

Insieme a loro si vivono momenti di piacevole, allegra e scherzosa compagnia. A volte si percepiscono anche giornate di dignitosa tristezza, probabilmente dettate dal loro drammatico vissuto e dagli affetti lasciati in patria. Di certo non li aiuta nemmeno il vivere in questo limbo assurdo dove non vi è la certezza che gli venga riconosciuto lo status di rifugiato e di conseguenza il permesso di soggiorno. A primavera saranno convocati presso la questura di Milano dove si deciderà del loro futuro. 

Sarebbe troppo desiderare che venisse riconosciuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari a tutte queste persone arrivate dalla Libia, prive di speranza e di futuro? Dal punto di vista umano, che è l’aspetto indubbiamente principale, basilare, non sarebbe sicuramente pretendere troppo. Anche loro, come noi, sono figli ed a volte vittime di questo mondo. 

Lucia Baffelli

L'alpino

Sicuramente molti lettori ricorderanno l’articolo pubblicato qualche anno fa, nel quale si ripercorreva la storia del nostro Gruppo, a partire dalla data di fondazione tramandataci dai nostri Veci, che facevano risalire all’anno 1949. 

Ora grazie a minuziose ed accurate ricerche, effettuate presso l’archivio storico dell’Associazione Nazionale Alpini a Milano, è stato rinvenuto l’articolo del giornale de L’Alpino dove veniva comunicata la costituzione del Gruppo Alpini di Cividate-Malegno nell’anno 1932 (in quegli anni uniti in unico Comune) quindi ottant’anni fa, corredato questo articolo con i nomi del Capogruppo, dell’Alfiere, della Madrina e di altre persone in quel tempo importanti. 

Alla luce di tale scoperta il Gruppo di Malegno, unitamente al Gruppo di Cividate intende festeggiare la ricorrenza dell’ottantesimo, nelle giornate del 13 ottobre al Santel de l’Ora e del 14 con una cerimonia che coinvolgerà i due Paesi. 

La cerimonia avrà lo scopo di unire in questa occasione sia gli Alpini dei due Gruppi e le popolazioni dei due Paesi nel ricordo dei Caduti e di chi è andato avanti. A conferma di quanto scritto viene riprodotto l’articolo storico. Ai cittadini di Malegno vadano i nostri saluti alpini. 

Per il direttivo Il Segretario Tomaso Fedriga - Il Capogruppo Fausto Magri

Novità nella gestione di importanti servizi - ecco cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro prossimo per acqua e rifiuti

Gestione dell’Acqua. Con i referendum del 12 e 13 giugno scorso la maggioranza degli italiani (e la stragrande maggioranza dei Malegnesi) hanno detto chiaramente che vogliono siano gli enti pubblici locali a gestire il servizio idrico. 

Sappiamo che il governo Monti ha nel mirino comunque una liberalizzazione del settore, ma confidando nel fatto che la volontà popolare così chiaramente espressa non può essere ignorata, in Vallecamonica abbiamo imboccato la strada per la gestione pubblica a livello valligiano del ciclo dell’acqua. 

Per i malegnesi non si tratta di una novità assoluta in quanto dal 2003 il servizio è già gestito dalla società Vallecamonica Servizi s.p.a., ma il passaggio a livello camuno è storico: arrivare ad un unico gestore per Acquedotti, fognature e depuratori per tutti i comuni della valle. 

Si costituirà quindi a breve la società Servizi idrici di Vallecamonica che avrà innanzitutto il compito non facile di estendere la rete di depurazione a tutti i comuni della valle, infatti ad oggi la maggioranza dei cittadini camuni non usufruisce di questo fondamentale (e obbligatorio) servizio. 

Le legge regionale lombarda (che non è stata oggetto di referendum) assegna alle province il compito di governare la gestione del ciclo idrico, ma molti comuni della valle (tra cui Malegno) non hanno mai ritenuto le condizioni proposte dalla provincia di Brescia convenienti, sia per le tariffe che la provincia vorrebbe applicare, sia per il piano di investimenti, sia per le modalità di gestione. Tuttavia per evitare scontri istituzionali la soluzione che si è scelta è stata comunque concordata con gli organi provinciali competenti. 

Quindi la società servizi idrici di Vallecamonica, secondo il piano industriale approvato nel corso del consiglio comunale del 2 dicembre 2011, sarà in grado di portare la depurazione in tutti i comuni della Vallecamonica nel giro di 2-3 anni (il piano provinciale prevedeva di raggiungere questo obiettivo in 5-7 anni) con un aumento medio delle tariffe del 25% (la provincia prevedeva aumenti del 100%); con una società pubblica tutta dei comuni della valle (la provincia lo farebbe attraverso una unica società di tutta la provincia, quindi più distante dai cittadini e meno controllabile, senza escludere la presenza di privati all’interno della stessa). Crediamo quindi che, sia pur con qualche ombra, rappresentata dal fatto che forse l’obiettivo si poteva raggiungere senza la costituzione di una nuova società (che porta con sé sicuramente anche dei costi di gestione), gli amministratori camuni abbiano saputo costruire una risposta efficace e ci si augura anche efficiente, alla richiesta dei cittadini di non essere espropriati della gestione di un bene fondamentale come l’acqua. Gestione dei rifiuti. Un po’ più incerta è la situazione della gestione del servizio di raccolta rifiuti. I referendum del 12 e 13 giugno oltre che aver cancellato l’obbligo di privatizzare la gestione del servizio idrico aveva rimosso tale obbligo anche per gli altri servizi pubblici locali (rifiuti e trasporti). 

Con decreto legge n° 138 del 13 agosto 2011, poi convertito in legge dal Parlamento, l’obbligo di privatizzare rifiuti e trasporti pubblici è stato reintrodotto, in barba al pronunciamento popolare. Per quel che ci riguarda quindi il problema è che non possiamo continuare a gestire i rifiuti come abbiamo fatto fino ad ora. 

Le alternative erano due: la prima che ogni comune della valle emettesse un proprio bando per la ricerca di un gestore privato del proprio servizio, ma il risultato sarebbe stato sicuramente catastrofico per i comuni più piccoli e lontani dal fondovalle nei quali il costo sarebbe diventato enorme; l’altra quella di privatizzare almeno il 40% del ramo d’azienda della Vallecamonica servizi s.p.a. che si occupa di rifiuti. 

Questa è la strada che i sindaci, soci dell’azienda, hanno scelto di intraprendere, non perché convinti che si trattasse di una buona cosa, ma perché obbligati dalla legge. 

Così a breve verrà scorporato dalla Vallecamonica servizi il ramo rifiuti e emesso un bando europeo per la selezione di un socio privato che entri in questa nuova società al 40%. Al privato, così come prevede la legge vanno anche attribuiti compiti operativi, si è così scelto di affidare al privato il compito dello smaltimento che già la nostra società non gestisce in proprio. 

Altro aspetto da non sottovalutare e che è stato quindi oggetto di dibattito durante l’ultima assemblea dei soci dell’azienda è la salvaguardia dei posti di lavoro dei dipendenti dell’azienda stessa e delle cooperative sociali presso le quali lavorano decine di soggetti svantaggiati nell’ambito dei servizi di raccolta differenziata. 

Soprattutto per questi ultimi occorrerà che il bando di gara per la selezione del socio privato sia studiato in modo da garantire il mantenimento dei posti. 

Per far sì che l’acquisto del 40% della nostra società sia appetibile per il mercato europeo è stato richiesto ai comuni di rinnovare, in anticipo sulla scadenza naturale, il contratto di affidamento del servizio per altri 12 anni (durata anche dell’accordo col partner privato, scaduto il quale si rifarà la gara per selezionarne un altro, sempre che la normativa non cambi ancora). 

Da parte sua, Vallecamonica servizi ha anche elaborato un piano di riorganizzazione del servizio che prevede il passaggio di quasi tutti i comuni (tranne quelli più piccoli e lontani dal fondo valle o con un flusso turistico importante) al sistema di raccolta porta a porta (tipo quello di Malegno). 

Anche per noi ci saranno comunque delle piccole novità, e cioè la raccolta porta a porta della carta (spariranno quindi anche le campane bianche dalla strade) e il posizionamento di cestoni per la raccolta del verde (potature, sfalci ecc.) che oggi è possibile solo presso la piattaforma ecologica. Il tutto allo stesso costo di servizio attuale. 

Piccola ma sicuramente soddisfacente nota, nel 2010 (i dati definitivi sono stati resi noti nelle scorse settimane) il comune di Malegno ha fatto registrare il miglior risultato percentuale di raccolta differenziata della Vallecamonica con il 50.3%. 

Ecco le prime 5 posizioni: 

Malegno 50.30% 

Bienno 47.25% 

Cividate Camuno 41.84% 

Incudine 41.57% 

Malonno 41.57%

“Oltreconfine” - ha ancora senso parlare della “nostra emigrazione”?

Alcuni compaesani hanno collaborato alla ricerca sull’emigrazione camuna, o meglio, sui “frammenti” del grande movimento che ha caratterizzato l’ultimo secolo e mezzo di storia. 

Parliamo di Giovanna Erba (in veste di intervistatrice e collaboratrice del progetto) e dei coniugi Mario Simonetti e Patrizia Furrer (in veste di protagonisti sul campo dell’emigrazione in Svizzera). Il progetto è stato patrocinato da quattro Ecomusei, il “nostro” (<<Concarena Montagna di Luce>> che comprende i Comuni di Malegno, Losine, Cerveno e Ono S.Pietro), quello <<Vaso Re e della Valle dei Magli>>, quello del <<Bosco degli Alberi del Pane>> e quello delle <<Orobie – La Strada verdee>>. 

Ne è uscito un libro ben fatto, dal titolo aspro ed evocativo: <<Oltreconfine>>; quindici testimonianze ben assortite, sincere e utili, arricchite dall’introduzione di un intenditore del calibro di Giancarlo Maculotti, dalla presentazione di Lucia Morandini e da un contributo “fuori programma” della Prof. Elissa Weaver (con un nonno Rebuffoni), docente dell’Università di Chicago, sull’emigrazione camuna negli Stati Uniti tra il 1893 e il 1920. Le storie e le biografie ricostruite spaziano dalla emigrazione in Francia, alle Americhe del Nord, del Centro e del Sud, alla Svizzera, al Belgio.

Uno spaccato di vite vissute, tribolate e spese nella ricerca di ciò che la terra camuna non riusciva a dare ai suoi figli, pur continuando ad esercitare su di essi un richiamo incessante, anche quando “ci siamo trovati proprio bene” o “tanto valeva stare là”.

Il volume è disponibile presso la Biblioteca comunale; l’augurio è che ne possano fare buon uso le nuove generazioni che delle migrazioni internazionali e intercontinentali rischiano di conoscere solo il processo a rovescio, quello che sta portando da noi nuove genti da ogni parte del mondo, non meno caoticamente di come capitò ai nostri progenitori in terra straniera, e senza sapere quanto ad essi costò e quanto rese varcare i confini, “andare oltreconfine”, non per turismo, per necessità. 

Pier Luigi Milani

Sei volte campioni d’Italia - 2011 Enduro

Siamo arrivati ai “titoli” di coda di questa formidabile stagione agonistica dell’Enduro e la conta dei Trofei per la conquista dei Campionati Italiani finiti nell’ormai “famosa” e strapiena bacheca della sede di Malegno del Moto Club Sebino è arrivata a sei grazie alle formidabili performance dei piloti orgogliosamente capitanati dall’attivissimo Presidente Costante Bontempi. 

Ma il merito di questi successi passa anche attraverso la passione e l’impegno di tutto lo Staff del Sebino che spesso lavorando nell’ombra rende realizzabili le grande sfide, come la perfetta organizzazione dell’ultima prova del Campionato Assoluti solo un paio di mesi orsono a Borno. 

Cinque dunque i Titoli Italiani , tutti di egual valore partendo da quello ottenuto dalla Squadra Major di Club che ha dominato nelle 5 prove disputate concludendo con largo margine sui diretti avversari. 

E dalla categoria Major sono arrivati altri due Titoli, con Pierluigi Surini (Hm Honda 500x) e Osvaldo Armanni (Hm Honda 250 2t) che hanno fatto bottino pieno in tutte le giornate di gara rispettivamente nella X3 e nella Veteran. Osvaldo ha poi pensato bene di completare questa sua perfect-season con il successo nel Gr.5 Regolarità d’Epoca in sella alla Ktm 250 2t 1981 nella categoria D4, imitato nella conquista del Campionato dal fratello Walter in sella alla Ossa 250 del 1972 nella classe A2. 

I Fratelli Armanni insieme a Surini, arrivato al nono sigillo personale, si confermano così tra i più prolifici “fornitori” di Titoli Italiani nella storia del Sebino. Al Titolo Italiano è arrivato anche il giovane Nicolas Pellegrinelli alla guida della Ktm 125 2t del Team Italia Gp Motorsport nell’Italiano Cadetti mettendosi in evidenza come un possibile protagonista del futuro enduristico nazionale. 

Ad un soffio dal successo, concludendo al secondo posto nella 125 degli Assoluti, è arrivato Giacomo Redondi, Maglia Azzurra, in sella alla Husqvarna Ch Monster Racing emulato nella categoria Senior da Alessandro Rizza con la Suzuki 125 2t del Team Valenti Yet. Secondo posto anche per Simone Agazzi nella Coppa Italia nella categoria Major in sella all’Husqvarna te 250 4t del Team Rsmoto. 

Al terzo posto nell’Italiano Major ha concluso invece Roberto Cesareni con la Kl Kawasaki nella X2. Terza piazza anche della Squadra Club nel Campionato Senior. 

Queste le posizioni finali da podio al termine della stagione 2011 dell’Enduro Nazionale impreziosite dal recente successo pieno della Squadra di Club al Trofeo delle Regioni composta da Rizza, Pievani e Armanni che ha rappresentato la classica ciliegina sulla torta di un anno da ricordare per il nostro Moto Club Sebino. 

Lo Staff del Moto Club Sebino

Premio Mites Terram Possident 2011 ... e altro intorno alla pace

Lo scorso mese di novembre, nell’ambito delle manifestazioni per la festa patronale, si è assegnato per l’ottavo anno il premio “Mites Terram Possident” per la solidarietà e la pace. Quest’anno la commissione incaricata di valutare le candidature pervenute ha scelto di premiare il dott. Marco Garatti “come medico di pace, come testimone e sostenitore di una cultura diversa, che non cerchi di “umanizzare” la guerra, ma solamente di abolirla”. 

Il dott. Marco Garatti, bresciano, medico presso l’ospedale S. Orsola di Brescia, da anni collabora con l’associazione umanitaria italiana Emergency Onlus, intervenendo con il proprio prezioso aiuto di chirurgo in zone di guerra. La sua scelta di “rischiare la vita” per gli altri lo ha portato con l’associazione umanitaria prima in Cambogia, poi in Eritrea, ma anche in Sierra Leone, in Sudan e in Iraq. Nel 2001 Marco arriva in Afghanistan e diviene responsabile sanitario del programma di Emergency in quel paese nelle strutture di Kabul, Anabah, e Lashkar Gah. 

Nel mese di aprile 2010 è stato vittima di un grottesco “arresto” insieme ad altri due operatori di Emergency, Matteo dall’Aria e Matteo Pagani, mentre erano impiegati presso l’ospedale di Lashkar Gah. Dopo otto giorni di detenzione in isolamento e senza alcuna assistenza legale, nè formalizzazione ufficiale dei capi d’accusa, sono stati rilasciati con le scuse del governo afgano. Marco è inoltre da anni impegnato nel racconto delle proprie esperienze in incontri pubblici e in interventi nelle scuole. Sempre in occasione della festa patronale ci sono stati altri due momenti nei quali si è voluto rafforzare l’impegno del comune di Malegno sui temi della pace: l’inaugurazione della “Piccola biblioteca della Pace, dei Diritti, della Legalità” e la serata pubblica “Il mite, il pacifista, il nonviolento”. Per la biblioteca, si è trattato di adibire uno speciale scaffale ad ospitare i testi che trattano gli argomenti appunto della pace, dei diritti e della legalità. 

 I libri sono stati acquistati per la maggior parte da case editrici che hanno condiviso l’opportunità della creazione di questo spazio, offrendo i testi a prezzi scontatissimi, e in parte donati da privati (in particolare, ci piace ricordare la Fondazione Roberto Franceschi di Milano e il Presidio della associazione Libera per la Valle Camonica).

 Lo scaffale e lo spazio circostante sono stati poi personalizzati dai ragazzi della scuola media che, guidati dall’insegnate di arte, li hanno arricchiti di immagini, colori e riferimenti letterari. 

La serata pubblica, che continua una tradizione avviata da alcuni anni di approfondire le tematiche legate al significato del motto dei malegnesi “Mites Terram Possident”, ha visto la partecipazione di due importanti relatori: Don Fabio Corazzina, sacerdote bresciano membro di Pax Christi e Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, che hanno stimolato un interessante dibattito tra il pubblico, proseguito anche successivamente alla serata.

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Ultimo aggiornamento
08 gennaio 2024