Carlo Angelo Canossi
Nel 1837 Giacomo Canossi (Malegno 1785-Cedegolo 1857) padre di Carlo Angelo, (che allora aveva 13 anni), si trasferì con tutto il nucleo familiare, formato da 11 persone, da Malegno a Brescia in un appartamento in corso Stoppini, l'attuale corso Palestro' al 1° piano di una casa all'angolo con via Porcellaga.
Prima del 1857 Giacomo Canossi si trasferì a Cedegolo con la moglie Caterina Morelli di Demo, la figlia Giulia ed il figlio Francesco. L'altra figlia Maria si trasferì a Tavernole molto probabilmente perché sposata con persona di questa località.
Scorrendo i luoghi di nascita dei figli riusciamo ad appurare che Giacomo Canossi sino al 1831, anno di nascita di Girolamo, rimase in Malegno per poi trasferirsi a Demo, luogo di provenienza della moglie dove nacquero gli ultimi due figli, per poi portarsi a Brescia ed infine a Cedegolo in val Camonica, dove cessò la sua esistenza nell'aprile dei 1857.
I cinque figli di Carlo Angelo Canossi sono:
I° Angelo (Brescia 23.03.1862- 09.10.1943) "professore di belle lettere", come risulta dagli archivi, il più noto della famiglia Canossi, famoso per le sue raccolte di poesie dialettali e per aver fondato e diretto parecchie riviste: la più nota "Brixia" nel 1914.
II° Pietro (Brescia 01.08.1863- 23.11.1912) maestro elementare deceduto per "emorragia cerebrale" e padre di Guglielmo (Brescia 12.05.1886-18.02.1969) "perito gioielliere, agricoltore, padrone"
deceduto per "collasso cardiocircolatorio", avuto con la prima moglie Teresa Ferrari, mentre dalle seconda moglie Drusilla Richiedei (Saline di Viadana 1860-Brescia 1958) ebbe Teresa (Brescia 1897-1987) la quale sposò Luigi Melati (1891-1955). Da quest'ultima coppia nacque Elena, vivente, che è la custode, conservatrice e depositaria delle memorie della famiglia Canossi nonché preziosa fonte d'informazioni nella stesura dei presente scritto.
III° Faustino (Brescia 23.06.1865 - 28.01.1872) che morì di difterite in giovanissima età senza poter esprimere appieno la potenzialità del suo ingegno che già precocemente stava manifestandosi.
IV° Antonietta detta Maria (Brescia 25.08.1866-03.02.1919) che si diplomò come maestra elementare e dopo essersi dedicata alla cura dei congiunti, vivendo nella stessa casa, prese i voti ed entrò nell'ordine monastico delle Orsoline di Via Bassiche in Brescia con il nome di
Suor Francesca. Morì colpita da "spondilite cerebrale".
V° Giovanni Luigi (Brescia 24.08.1873-Varese 27.07.1921). Il 30 ottobre 1901 si trasferì a Milano. Dopo aver studiato pianoforte a Brescia con Paolo Chimeri (1852-1934) e Desiderio Landi (1855-1923) approfondì gli studi al Conservatorio di Parigi con Charles Wilfrid Beriot (1833- 1914). Morì durante un'operazione in ospedale a soli 48 anni lasciando la vedova appartenente alla famiglia
Sacconaghi di Varese con un figlio giovanissimo.
Il giornale "La Provincia di Brescia" pubblicò un lungo necrologio dal titolo: "Un lutto per l'arte - La morte di Giovanni Canossi" esaltando sia le doti di insegnante titolare della cattedra di pianoforte al Liceo Musicale Milanese, che quelle di concertista nelle prestigiose Sale Pleyel ed Erard di Parigi.
Il patriota
Carlo Angelo Canossi nei suoi 81 anni di vita, dei quali più di quaranta dedicati all'insegnamento nelle Scuole Civiche, non si limitò ad essere un didatta di chiara fama.
A ventiquattro anni seguì il prete patriota don Pietro Boifava di Serle (1794-1879) nella spedizione bresciana in Trentino per reclutare nuovi armati per la guerra d'insurrezione contro gli austriaci.
Fu ferito al capo poco lontano dal fiume Noce durante un combattimento, ma per sua fortuna non in modo grave in quanto la tela cerata e durissima dei cappelli da militare attenuò il colpo.
Però per tutta la vita si peritò di nascondere la cicatrice, dapprima sotto la folta capigliatura ed in seguito sotto il cappello o la berretta.
Di questa partecipazione ne fa fede la medaglia d'argento ottenuta nell'occasione con l'effige dei Sovrano "Vittorio Emanuele II Re d'Italia" sul recto, e dell'Italia con lancia e scudo con la scritta "Guerra per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia" sul verso.
La medaglia è stata donata dalla pronipote prof. Elena Melati Canossi all'Ateneo di Brescia.
L'organista
Carlo Angelo Canossi, dopo le vicende belliche, con il diploma di maestro in tasca, iniziò ad insegnare.
Dopo Canton Stoppini abitò nelle vicinanze di S. Maria Calchera, e poté, in tal modo, esprimere il suo talento musicale in tale tempio, accompagnando la liturgia della messa ed altre funzioni sull'organo ivi locato, quale "sostituto provetto suonatore d'organo per supplenza di organisti ordinari" non solo in detta Chiesa, ma anche in altre.
Molto probabilmente l'ultimo figlio Giovanni, pianista concertista di fama, ebbe le prime lezioni dal padre.
Non siamo riusciti ad appurare dove Carlo Angelo Canossi avesse appreso i primi rudimenti musicali.
Molto probabilmente dalla moglie in quanto essa stessa "impartì lezioni di pianoforte" ed alla quale il futuro marito dedica un sonetto in occasione del compimento dei diciotto anni esaltandone il "genio musicale".
Dai documenti dell'archivio parrocchiale di S. Maria Calchera abbiamo saputo che il servizio organistico si avvalse di musicisti noti e di valore quali Baldassare Vacchelli (1805-1878), Pietro Zerbini e Guglielmo Borghetti, nipote dei cembalaro Borghetti, capostipite dal lato materno, dei F.lli Passadori, noti operatori nel settore dei pianoforti in Brescia.
In una nota contenuta nell'archivio accennato tra le spese sostenute il 5 giugno 1875 risultano pagate L.4,50 ai cantori ed all'organista per una messa cantata.
E' piuttosto difficoltoso trovare i nomi degli organisti in quanto il più delle volte venivano pagati direttamente dai benefattori non influendo così tra le spese della Parrocchia.
E' quindi fondamentale riferirsi a quanto viene tramandato oralmente o tramite scritture private, come nel nostro caso.
Il pittore
Carlo Angelo Canossi amava circondarsi di amici di un certo livello e valore culturale, specialmente pittori, quali Luigi Campini (Montichiari 1816 - Brescia 1890) socio dell'Ateneo di Brescia che eseguì il ritratto della moglie Teresa Viviani e Giuseppe Ariassi (Brescia 1825-1906) allievo di Hayez all'Accademia Brera di Milano e direttore della Pinacoteca Tosio di Brescia, che eseguì il ritratto di Carlo Angelo Canossi stesso.
Entrambi i dipinti sono all'Ateneo di Brescia, donati recentemente dalla prof. Elena Melati Canossi. Lo stesso Carlo Angelo Canossi fu "discreto dilettante di pittura paesaggistica", come recitano alcune indicazioni scritte fatteci pervenire e le testimonianze di quadri visti in dimore sia bresciane che malegnesi.
I possessori di tali opere, come risultano da informazioni segnalate con sicurezza, sono purtroppo morti e gli eredi sono parsi molto vaghi nel ricordare, per cui abbiamo ritenuto opportuno interrompere le ricerche in difetto di autorevoli riscontri.
Il maestro
Carlo Angelo Canossi, come abbiamo già appurato, insegnò per oltre quarant'anni nelle scuole pubbliche bresciane e precisamente nella sede principale in San Barnaba, già Scuola Elementare "Tiro Speri" ed attuale sede del Conservatorio Musicale "Luca Marenzio" in corso Magenta, a pochi passi dalla sua abitazione.
Per un lungo periodo fu distaccato alla succursale di Vicolo Stelle al N° 4 dove attualmente si trova l'A.A.B.- Associazione Artisti Bresciani, e già sede del Teatro Rovetta.
Anche dopo la sua morte le arti (non sarà di certo una casualità) non hanno abbandonato i luoghi in cui il Canossi ha operato, perché vediamo la musica in San Barnaba e la pittura in Vicolo Stelle!. Sono coincidenze straordinarie per la cultura e per la predisposizione alla didattica che furono predominanti nella famiglia Canossi tanto da contare ben diciotto insegnanti nel giro di alcuni anni.
Il metodo didattico innovativo
Il maestro Carlo Angelo Canossi il 16 marzo 1862 presentò all'Ateneo di Brescia il suo innovativo "Nuovo Metodo Meccanico Dilettevole per apprendere in breve ai fanciulli il leggere, lo scrivere, il numerare" la cui recensione fu pubblicata nei Commentari dell'Ateneo di Brescia per gli anni 1862, 1863, 1864 a stampa della Tipografia Apollonio MDCCCLXVI.
L'idea del Carlo Angelo Canossi, abbastanza rivoluzionaria in tempi di analfabetismo molto diffuso nella popolazione, era quella di accelerare i tempi di apprendimento per i "fanciulli" con un metodo che li potesse coinvolgere in quanto "il fanciulletto non è avvezzo ancora a disciplina, non è vago che di trastullarsi, è privo di cognizioni e di vocaboli ignaro dell'importanza d'apprendere; ma esso ad un tempo è studiosissimo dell'imitazione, sente vivamente l'emulazione, esulta se può fare da sé, se può fare da maestro".
Quindi sostituisce i fogli, che allora si usavano appendere alle pareti con gli alfabeti stampati, ed anche la lavagna, "tavola nera" dove il maestro scrive e cancella, ma che l'allievo non sa ancora usare per ripetere l'esercizio, con una "macchinetta" dove disporre le lettere scritte su assicelle mobili in modo che l'allievo possa apprendere in modo giocoso non accorgendosi della fatica, non si annoia anzi mostrando ai compagni il lavoro fatto fa egli stesso anche da maestro.
E possiamo in tal caso renderci conto come il Canossi abbia precorso i tempi inventando il metodo che sotto forma di tavolette di legno, di plastica od altro materiale ha invaso i negozi di giocattoli ed i reparti dei grandi magazzini dedicati ai bambini.
L'inventore di tutto questo è il maestro Carlo Angelo Canossi da Malegno non dobbiamo dimenticarlo!
A questo proposito non possiamo esimerci dal fare alcune considerazioni su quanto i bresciani siano operosi e geniali, ma nello stesso tempo incapaci di far valere queste loro capacità.
Basti ricordare che il primo che pose le basi per un metodo di scrittura diverso per i non vedenti basato nell'imprimere su cartoncino leggero dei punti fu il brescianissimo gesuita Francesco Lana Terzi (1631- 1687) molto prima di Luis Braille (1809-1852): la geniale intuizione è descritta nel "Prodromo" del Terzi pubblicato nel 1670.
Il liutista Vincenzo Capirola (Leno 1474-1548) descrisse per primo il modo di eseguire con la mano sinistra gli ornamenti e per primo stabilì norme sulle indicazioni dinamiche in musica: in alcuni testi gli vengono ancor oggi accreditate, ma con datazioni imprecise (indicando il secolo XVII), storici però più documentati non cadono nell'errore rendendo quindi giustizia al nostro Capirola.
Potremmo proseguire con altro esempi, ma ci accontenteremo di far sapere che quando nelle vetrine di negozi, specializzati e non, vediamo ancor oggi le tavolettine di legno colorato con le lettere dell'alfabeto, il nostro pensiero deve andare al maestro Carlo Angelo Canossi.
Ma non è finita!
Il Canossi, oltre a ridurre, con il suo metodo rivoluzionario, ad un anno l'apprendimento (solo i più fortunati andavano a scuola per due anni consecutivi e ne sanno qualcosa i nostri bisnonni che venivano tolti dalla scuola non appena appreso a "leggere, scrivere e far di conto"), pensò di agevolare i primi esercizi di calligrafia con la fornitura di fogli appositamente rigati "dove gli alunni scrivendo abbiano un assiduo suggeritore e correttore, quando la penna forvii dalla voluta pendenza, distanza e grandezza".
Non potrebbe esserci una migliore descrizione di questa utilità la cui applicazione vediamo nelle vecchie lettere che ora hanno lasciato il posto non solo ai computer, ma anche ai messaggini dei telefonini.
In appendice pubblichiamo i documenti autografi inerenti al "Metodo".
Qualora agli attenti lettori dovesse risultare un modo diverso d'interpretazione riguardo al "Metodo Meccanico", non essendoci pervenuto il "manufatto", ci sarà data l'opportunità per una seconda pubblicazione ed un modo significativo per rinnovare il ricordo di quanto ha fatto il maestro Carlo Angelo Canossi.
La consacrazione
Già l'"Alba", pubblicazione ebdomadaria di informazioni scientifiche e letterarie, l'11 settembre 1858 aveva pubblicato un lungo articolo a firma C.A.T. dal quale stralciamo alcuni brani significativi sul nuovo sistema d'insegnamento: " ..... al quale l'amorevole maestro consacrava pazienza, fatica e fors'anco qualche dispendio, esso riportava di recente bene meritato elogio dalla Superiorità Scolastica di Lombardia .......... " , ".... Possa il plauso dei suoi simili renderlo soddisfatto; esso è il sig. Canossi Carlo Angelo maestro di prima classe elementare, sezione inferiore, nelle scuole di S. Faustino in Brescia".
Il metodo del maestro Canossi trovò l'Accademia Bresciana favorevole all'applicazione tanto che incaricò, una speciale commissione per esaminarne il contenuto. Ed il 14 marzo 1869 così si esprimeva: "L'Ateneo intende fin da quest'anno di assegnare alcuni premi per promuovere l'istruzione elementare.
Lo scrittore
Nel 1877 per le Edizioni Apollonio di Brescia uscì il volume dei maestro Carlo Angelo Canossi dal titolo: "Abbici di facile e piacevole applicazione per imparare prontamente a leggere".
Questo volume, in 8°, risulta però stampato come seconda edizione il che ci fa ovviamente supporre che la prima sia stata edita in data precedente.
Presso la Biblioteca Queriniana di Brescia, catalogato al n° 44E15 troviamo un'altra pubblicazione del Carlo Angelo Canossi repertata al n° 24562 del 1958 un "'Vocabolarietto" (etimologie, famiglie di parole, frasi idiomatiche, proverbi), a cura della casa editrice "Vita Scolastica" di Brescia. Non siamo riusciti a reperire, nonostante le ricerche più approfondite, notizie né sulla data di pubblicazione, ne sulla casa editrice di questa interessante pubblicazione che consta di ben 163 pagine.
Di questi due volumi, purtroppo. esistendo una sola copia presso la Biblioteca Queriniana di Brescia sarebbe augurabile, visti i moderni sistemi di riproduzione e di stampa, poter disporre di una quantità di copie ariastatiche tali da coprire almeno le biblioteche pubbliche di Brescia e Provincia, affinché gli esemplari degli archivi della Queriniana non rimanga no unici.
Tra le carte dimenticate in un cassetto della scrivania dei Carlo Angelo Canossi è stato rintracciato un suo ingiallito autografo titolato: "Applicazione Facile e Piacevole per Imparare a Leggere" "Seconda Edizione Riveduta e Semplificata dall'Autore", con il frontespizio vergato a matita datato 1899.
Con una successiva annotazione in china il titolo viene rettificato in: "Facile e Piacevole, breve applicazione per imparare a leggere".
Il manoscritto di 24 pagine intera- mente in inchiostro di china nero si conclude con una interessante annotazione: "Esercizi di lingua per evitare i più grossolani errori grammaticali tanto parlando che scrivendo".
Il decesso e la sepoltura
Carlo Angelo Canossi cessò di vivere ad ottantuno anni, il 28 dicembre 1905, nella sua casa di via Carlo Cattaneo per "prostatite e successivo marasmio" come cita un documento municipale.
Essendo il nome dei Carlo Angelo Canossi compreso nell'elenco dei benemeriti che dovevano essere inumati con gli onori dovuti nella tomba riservata ai "Prodi Bresciani" caduti delle X Giornate, nel Cimitero Monumentale, il Comune di Brescia, nell'occasione, informò la famiglia di soprassedere all'acquisto della tomba.
Nei documenti ufficiali ricavati dalle ricerche effettuate presso il Cimitero Vantiniano, nella scheda 101, viene notificata la data della morte, 28 dicembre 1905, e l'inumazione avvenuta nei loculi sotto il Monumento ai "Prodi Bresciani", portico VI, firmato sul basamento "L. Pagani/1879 Milano.
Tratto da: "Carlo Angelo Canossi 1824-1905 Insigne Pedagogo di Virginio Cattaneo. Comune di Malegno Assessorato alla Cultura".